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Afghanistan: attacco Isis a Usa e talebani, strage annunciata

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 27/08/2021

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Almeno due esplosioni, innescate da terroristi kamikaze, fanno un’ottantina di vittime, fra cui dei bambini e 13 marines Usa, e quasi 150 feriti (1) all’esterno dell’aeroporto di Kabul, dove migliaia di disperati continuano ad accalcarsi nella speranza di salire su un ‘volo della libertà’. Nessun italiano è rimasto coinvolto. Dopo l’attacco, molte persone vengono portate all’ospedale di Emergency, non lontano: alcune giungono già cadaveri.

Accade quando a Kabul è già sera, in un’area detta ‘il canale’, dove le persone aspettano in fila che i loro documenti vengano controllati per entrare nello scalo. Una ragazza in contatto con la Cospe, una Ong di Firenze, testimone dell’attacco, racconta: “Ci sono molti morti vicino a me, il canale è diventato color sangue”.

Prima esplode un’autobomba. Poi un terrorista salta in aria presso un hotel frequentato da stranieri, anche giornalisti. I marines uccisi sono i primi caduti Usa, da quando i talebani hanno ripreso il controllo dell’Afghanistan. Il bilancio della strage è in continuo divenire, s’aggrava di ora in ora.

Le esplosioni rendono concreti gli allarmi anti-terrorismo lanciati dalle intelligence di Usa, Russia e altri Paesi. Nell’aeroporto di Kabul ci sono ancora almeno dieci mila persone, che sperano di salire su uno degli ultimi velivoli in partenza. Dopo l’attacco terroristico, tutti i gate sono stati chiusi, riferiscono fonti sul posto.

L’azione è concordemente attribuita alla frangia dell’Isis che opera in Afghanistan e che, del resto, rivendica la carneficina, denunciando i talebani come collusi con gli Occidentali: ci sarebbe a Kabul un centinaio di operativi del sedicente Califfato. Le prossime ore sono ritenute “estremamente rischiose”. L’ambasciatore francese in Afghanistan David Martinon ha pubblicato su Twitter un drammatico post: c’è il pericolo di ulteriori esplosioni, “chiunque si trovi nei pressi dei cancelli dell’aeroporto si allontani e cerchi un riparo”. Stati Uniti e Gran Bretagna avevano già sconsigliato ai loro cittadini di recarsi all’aeroporto.

Dopo l’attacco, i talebani dagli altoparlanti pubblici invitano gli abitanti a tornare a casa, mentre sirene di ambulanze attraversano la città. I collegamenti internet sugli smartphone sono fuori uso.

Il tempo per lasciare l’Afghanistan è agli sgoccioli, anche se le informazioni sono contraddittorie: Washington, che conferma la deadline del 31 agosto per la presenza delle sue truppe, e Londra dicono che le partenze continueranno anche dopo tale scadenza; per la Nato, oggi è l’ultimo giorno utile per l’evacuazione dei civili. Alcuni Paesi, come Germania, Canada, Belgio, Olanda, Polonia hanno già concluso le loro operazioni, la Francia lo farà oggi. La Turchia sta ritirando le truppe che erano state inviate per garantire la sicurezza dello scalo.

Pure il numero delle persone portate via e ancora da portare via è incerto: si calcola siano oltre 100 mila, nonostante il paradosso di aerei ripartiti vuoti o semivuoti per disguidi burocratici o organizzativi. Fonti russe stimano a una cinquantina i morti all’aeroporto da Ferragosto, nella calca sotto il sole senza assistenza. La notizia, smentita, di spari contro un C-130 italiano al decollo accresce allarme e tensione.

Anche sulla situazione fuori dell’aeroporto, a Kabul e nel Paese, vi sono segnali contraddittori. Ci sono notizie inquietanti di dipendenti dell’Onu minacciati e percossi, mentre a Kandahar, invece, atterra un velivolo di Medici senza frontiere, proveniente da Tashkent in Uzbekistan e autorizzato all’avvicendamento delle squadre di sanitari dell’organizzazione. Msf conferma: “Così – dice – potremo continuare a operare nell’area di Lashkar Gah”. A Kabul, ActionAid riapre il suo ufficio.

Contrastano con questi apparenti gesti distensivi le dichiarazioni al New York Times del portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid, secondo cui la musica sarà di nuovo vietata in Afghanistan, come lo fu negli Anni 90, quando pure tv e cinema erano severamente vietati e infrangere le regole poteva avere serie conseguenze. “La musica è proibita nell’Islam – spiega Mujahid-, ma speriamo di potere persuadere le persone a non ascoltarla, invece di dover esercitare pressioni”.

Nel contempo, il portavoce, nonostante le tensioni all’aeroporto di Kabul, auspica buone relazioni con la comunità internazionale e indica come aree di cooperazione possibili la lotta al terrorismo – l’Isis non è ben visto dai talebani -, la lotta all’oppio e la riduzione dei rifugiati in Occidente. Mosca considera l’ascesa al potere dei talebani “un fatto compiuto”.

Anche sul fronte politico, le novità sono contrastanti. Si lavora al nuovo governo, che si vuole “inclusivo” e la cui composizione potrebbe essere annunciata dopo il 31 agosto, ma due figure dell’‘ancien régime’, l’ex presidente Ahmed Karzai e Abdullah Abdullah, capo dell’Alto consiglio per la riconciliazione nazionale, già vice-presidente e rivale del presidente fuggiasco Ashraf Ghani, sarebbero di fatto ai domiciliari, dopo che i talebani – dice la Cnn – hanno disarmato le loro scorte.

Infine, pure sul fronte della resistenza indicazioni contraddittorie: il fratello del leggendario comandante anti-talebani Ahmad Shah Massoud dice all’Afp che la resistenza cresce nel Panshir, nel Nord, sotto il comando del figlio di Massoud, Ahmad. I talebani, invece, parlano di colloqui che si sono svolti a Charikar e che sarebbero stati “proficui”.

(1) – Cifre aggiornate alle o8.00 del 27/08/2021

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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