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Afghanistan: Baradar pilota talebani verso governo “inclusivo”

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 22/08/2021

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Il mullah Abdul Ghani Baradar, co-fondatore e negoziatore in capo dei talebani, ha ieri avviato, insieme ad altri membri dell’ufficio politico del movimento, colloqui “con esponenti della Jihad e uomini politici”: obiettivo, la formazione di un nuovo governo “inclusivo”, come riferiscono fonti dei talebani, utilizzando una formula gradita alla diplomazia internazionale. Nella trattativa, sono coinvolti Abdullah Abdullah, eterno rivale del presidente fuggitivo Ashraf Ghani, e Hamid Karzai, il primo presidente dell’Afghanistan dopo l’intervento occidentale.

In settimana, Baradar, compagno d’armi della prima ora del mullah Omar, era rientrato dal Qatar in Afghanistan, a Kandahar, roccaforte del movimento; e lì ha già incontrato diversi esponenti politici. Sembra che leader talebani di diverse aree del Paese siano ora convenuti nella capitale per discutere la formazione del governo: l’incertezza politica crea incertezza e insicurezza.

Lo si percepisce a Kabul: ieri, primo giorno di una nuova settimana lavorativa, molti funzionari pubblici non sono potuti rientrare in ufficio, perché le porte sono rimaste sprangate e i talebani l’hanno loro impedito. Anche le banche e i bancomat sono rimasti chiusi per il settimo giorno consecutivo, alimentando i timori della popolazione sulla carenza di denaro contante nel nuovo Emirato islamico proclamato dai talebani.

Da quando gli ‘studenti’ hanno ripreso il potere, il 15 agosto, edifici e uffici governativi, banche, scuole e università sono rimasti in gran parte chiusi. Solo poche società di telecom private hanno continuato a operare. E ci si chiede se stipendi e salari saranno pagati.

Gran parte delle strade della capitale apparivano ieri deserte, ‘animate’ solo da posti di blocco talebani e loro pattuglie. All’Università di Herat, le lezioni sono riprese, ma le classi miste sono state vietate.

Caos e tensione continuano a regnare, invece, all’aeroporto, dove migliaia di persone s’addensano sperando di lasciare il Paese. L’esercito Usa ha utilizzato tre elicotteri per evacuare 169 americani che, per la folla, non riuscivano a raggiungere a piedi lo scalo: i tre mezzi Chinook hanno raggiunto un vicino hotel, il Baron, e li hanno prelevati.

E’ stata la prima sortita di militari statunitensi dallo scalo. Ve ne saranno altre, perché l’Ambasciata ora invita gli americani a non recarsi all’aeroporto per conto loro. I talebani negano responsabilità per quanto accade intorno e all’aeroporto – in settimana, almeno 12 persone vi sono state uccise – e smentiscono il sequestro di stranieri: “Controlliamo i documenti, non ne blocchiamo nessuno”.

Almeno 13.000 fra stranieri e afgani che lavorano per ambasciate e organizzazioni internazionali sono stati finora evacuati. Fra chi è giunto in salvo, c’è Clarissa Ward, l’inviata della Cnn in Afghanistan che per giorni, anche dopo l’arrivo dei talebani, ha continuato a coprire gli eventi afghani. Atterrata a Doha, con la sua squadra e quasi 300 evacuati afghani, la giornalista ha postato una foto dell’aereo affollatissimo e il suo grazie alla USAirForce e al Qatar: “Noi siamo quelli fortunati”. L’alfiere afghana a Tokyo 2020, Kamia Yousufi, una velocista, è invece fuggita in Iran, dov’è nata.

Il presidente Usa Joe Biden s’è di nuovo impegnato a riportare a casa tutti gli americani che vorranno lasciare l’Afghanistan, ma ammette di non sapere quanti essi siano e avverte che l’operazione “presenta rischi” e che “potrebbero esserci perdite”. Gli Stati Uniti intendono utilizzare altre basi nel Golfo Persico, oltre a quella del Qatar, che ha raggiunto il massimo della sua capacità – ieri, c’è stato uno stop di diverse ore al ponte aereo -. £00 gli arrivi ieri in Italia.

14 Paesi offrono transito agli afghani in fuga. Ma c’è chi leva muri al confine, come la Turchia e – notizia di ieri – la Grecia.

Criticato da ogni parte – anche Amanda Gorman, la poetessa nera del suo insediamento, firma l’appello a non abbandonare le donne afghane -, Biden difende il suo operato, in una settimana che definisce “straziante”. Il presidente prosegue i contatti diplomatici, in vista dei Vertici straordinari – un G7 e un G20, sotto presidenza italiana -, che dovrebbero – indica la Casa Bianca – “pianificare un approccio comune”. Venerdì notte, Biden ha chiamato il presidente del Consiglio Mario Draghi: i due hanno concordato di continuare a condurre l’evacuazione in “stretto coordinamento”.

Preoccupa il fatto che i talebani potrebbero essersi impossessati non solo di armi leggere Usa, come fucili d’assalto e mitragliatori, e di veicoli corazzati Humvee, ma anche di elicotteri Black Hawk e di una ventina di aerei A-29 Tucano, oltre che di armi pesanti e milioni di munizioni. Il Pentagono sta facendo la conta degli equipaggiamenti militari perduti, in un territorio dove resta una presenza sia di al Qaida che dell’Isis.

 

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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