In Sassonia – Anhalt, la Cdu del presidente Reiner Haseloff ha vinto, anzi ha stravinto. Ma la Cdu del candidato cancelliere Armin Laschet deve essere cauta nel proiettare il successo di domenica verso le elezioni politiche del 26 settembre, perché gli elementi di insoddisfazione – corruzione e scandali, specie quello delle mascherine – che azzoppano il partito a livello federale restano intatti.
Il prestigio di Haseloff, al potere dal 2011, e la sua gestione della pandemia sono fattori importanti nei risultati della Sassonia. Sul pennone della presidenza a Magdeburgo, Haseloff può scegliere quale bandiera alzare: quella dell’alleanza nero-rosso-verde uscente tra Cdu, Spd e Verdi; o quella Giamaica Cdu-liberali-Verdi; o quella nero-giallo-rossa Cdu-liberali-Spd. Qualsiasi coalizione metta insieme, ha la maggioranza.
La Cdu ha avuto oltre il 37% dei voti, guadagnandone più del 7%, mentre l’AfD di estrema-destra è scesa di oltre tre punti al 20,8%. La sinistra della Linke è all’11% (-5,3%, mai così in basso). L’Spd cala all’8,4% (-2,2%). Guadagnano, ma meno del previsto, i Verdi con il 5,9% – volevano andare in doppia cifra -; e tornano del parlamento regionale i liberali dell’ Fdp con il 6,4%.
I sondaggi, fino alla vigilia, davano Cdu e AfD testa a testa: un risultato che poteva destabilizzare la scena federale, con contraccolpi sulla campagna per il voto del 26 settembre. Ma la paura dell’AfD, che ha giocato a favore della Cdu in Sassonia – Anhalt, non pesa altrettanto a livello federale, dove l’estrema destra è accreditata di meno di un voto su otto.
E Laschet, in Sassonia, ha tassi di popolarità inferiori a quelli della candidata cancelliere dei Verdi Annalena Baerbock e persino del candidato Spd Olaf Scholz.
L’incubo del sorpasso rintuzzato ha comunque ringalluzzito i dirigenti cristiano-democratici. Laschet ha detto: “La Cdu è il baluardo contro l’AfD”. Il governatore del NordReno – Vestfalia non intende “cambiare di un millimetro la linea di centro” e conferma la “demarcazione verso destra” – nessun accordo con l’AfD, né di coalizione, né di collaborazione -.
Di “risultato sensazionale” parla il segretario generale della Cdu Paul Ziemiak. “Un candidato forte, un profilo di centro chiaro e una campagna determinata … Così, la Sassonia – Anhalt resta stabile”. Per il capogruppo parlamentare Ralph Brinkaus, la vittoria in Sassonia “ci mette il vento nelle vele verso Berlino”: “è una vittoria anche per Laschet e per tutta l’Unione”, compresa la Csu bavarese, che voleva candidare alla cancelleria il suo leader Markus Soeder.
Per la Cdu, è una buona notizia anche la modesta performance dei Verdi, che crescono molto meno del previsto – qualche errore tattico li ha penalizzati -, mentre la batosta dei socialdemocratici non fa più notizia – il loro è uno dei risultati peggiori di sempre nella storia della Repubblica federale -.
L’AfD di Oliver Krichner resta solida seconda. Per questo, il leader nazionale Alexander Gauland ostenta “soddisfazione”: il grande peso politico dell’estrema-destra all’Est è confermato, ma l’ambizione era il sorpasso.
Ammaccato da scandali che toccano il ministro della Salute Jens Spahn e numerosi parlamentari, con dimissioni in serie, sulle mascherine e in generale sui dispositivi di protezione anti-Covid – l’ultimo l’ha denunciato nel fine settimana la Bild am Sonntag -, il partito di Angela Merkel resta vitale. Ma la via del successo il 26 settembre resta impervia e accidentata.