“Spazio sprecato è qualsiasi spazio in cui ci sia dell’arte” scriveva provocatoriamente Andy Warhol nel ’75. Quasi mezzo secolo dopo un gruppo di ragazzi raccoglie la sfida, prende un non-spazio nella vasta rete del web e lo riempie di opere d’arte: questo non-spazio è TIBAcommunity.
TIBAcommunity è una piattaforma online, libera e gratuita per artisti e galleristi: si occupa di ridare vita alla realtà dell’arte contemporanea italiana e internazionale. Si propone come una realtà virtuale e innovativa per ridurre lo svantaggio dell’Italia per quello che riguarda l’interconnessione tra i vari operatori del settore art-business e per provvedere alle necessità degli artisti del collettivo attraverso campagne social marketing e attività interattive. La piattaforma comprende una sezione e-shop dove vengono messe in vendita le opere degli artisti della community per poter avvantaggiare gli acquirenti che cercano opere di arte contemporanea e poter sovvenzionare la continuità di TIBA.
Abbiamo contattato i creatori della TIBAcommunity, Matteo Daini, Flaminia Giani, Maria Vittoria Mainas e José Reguera, per farci raccontare del loro progetto.
D – Da dove nasce TIBAcommunity?, com’è venuta l’idea e qual era l’obiettivo?
R – TIBA è nata a Roma dall’incontro di quattro/cinque appassionati dell’arte che hanno riscontrato la mancanza di dinamicità nel mercato romano e italiano per l’arte contemporanea. TIBA si propone di sostenere e promuovere eventi finalizzati al rilancio del circuito del mercato dell’arte e delle gallerie. L’obiettivo è di stimolare l’intera filiera dell’arte contemporanea nazionale, a partire dagli artisti emergenti. Così è nata la #tiba_community, un collettivo di giovani artisti che cooperano orizzontalmente grazie alla piattaforma digitale messa a disposizione dal Collettivo Creativo, che offre strumenti gratuiti capaci di garantire accessibilità, divertimento e incontro per i nuovi talenti che necessitano di una bussola per muoversi efficacemente tra galleristi e fruitori.
D – Vi siete ispirati a qualcosa di già esistente?
R – Qualcosa di esistente nel mondo dell’arte no. Sicuramente abbiamo studiato come modello di business il mercato dell’arte londinese, che rappresenta il modello di riferimento per eccellenza: un sistema dove le gallerie, le case d’asta e le accademie sono concepiti come strumenti di partecipazione e poli di mediazione culturale. TIBA punta proprio a questo: realizzare una piattaforma per il rilancio dell’arte contemporanea che crea un dialogo tra tutti gli attori del mercato dell’arte.
D – Come trovate gli artisti? O sono loro a trovare voi? Fate una selezione? Se sì di che tipo?
R – Spesso ci scrivono loro, sia su instagram sia via mail, dato che il chiaro messaggio del nostro sito web invita gli artisti a contattarci. La selezione è nelle mani della nostra responsabile della Community, Maria Vittoria, che insieme a Josè, art dealer, valutano se un artista ha un potenziale professionale valido da poter essere inserito, la vendibilità delle opere e il livello delle gallerie in cui inserirle. La community è composta da artisti eterogeni sia nel linguaggio, sia nella collocazione nel mercato, ma tutti legati da una seria attitudine professionale. TIBA accompagna e sostiene gratuitamente tutti.
D – Da quanto è partito il progetto e qual è stata la ricezione del pubblico?
R – Il progetto TIBA è nato nel marzo del 2019. Nel primo anno abbiamo studiato, ascoltato le necessità dei vari attori che compongono la filiera dell’arte e abbiamo definito il concept base di TIBA. Il progetto si è poi presentato al pubblico nel giugno 2020 attraverso i social media, ma non è solo quello: dietro c’è prima di tutto un’idea di società e collettività.
D – La vostra attività di mediatori tra artisti, galleristi e fruitori si svolge senza scopo di lucro. Avete un guadagno dal vostro lavoro o lo fate per una sorta di ‘vocazione culturale’?
R – Il Collettivo Creativo TIBA attraverso contenuti divulgativi, eventi pubblici nelle città, art experience digitale diventa un punto di riferimento per gli appassionati e i curiosi di tutte le età, per i collezionisti di domani che vogliono scoprire, conoscere e acquistare arte, aiutando anche gli emergenti a muoversi nel panorama.
In parallelo, ma in continuo dialogo, esiste TIBA e-shop la cui parte dei proventi delle vendite va al Collettivo Creativo per permettere di mantenere vivo l’ecosistema generato, avere i mezzi per reinvestire sulla community e assicurare la continuità dei servizi offerti agli artisti.
D – Il Covid-19 deve avere tagliato le gambe alle iniziative di esibizioni in presenza. Siete comunque riusciti a tenerne qualcuna? Avete altrimenti virato su mostre online?
R – Purtroppo la pandemia, a più riprese, ha bloccato molti progetti in presenza che avevamo in programma. Per ciò che riguarda le piattaforme online, non abbiamo creato mostre virtuali né partecipato a esposizioni online, ma abbiamo deciso di indirizzare l’online su talk aperti al pubblico dove i nostri artisti potevano confrontarsi sotto la nostra mediazione sul mondo dell’arte “di domani”. Contestualmente ci siamo mossi nella creazione di contenuti social di promozione e sulla vendita e-commerce.
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