La crisi del settore aeronautico è sempre più evidente: l’ultima azienda ad annunciare perdite per quasi un miliardo di euro è stata Ryanair, leader tra le compagnie low cost. Lo spaventoso deficit è funzione dell’andamento dei prezzi del petrolio e dei cambi, ma soprattutto delle limitazioni ai viaggi imposte dalla pandemia. Questi fattori hanno portato un crollo del fatturato dell’82% nell’anno 2020/2021 e una diminuzione del traffico di passeggeri dell’81%: 27,5 milioni contro i 149 milioni del 2019/2020. Il bilancio alla fine dell’anno fiscale conclusosi il 31 marzo vede Ryanair quindi perdere 815 milioni di euro, il risultato peggiore per l’azienda dopo la crisi del 2009.
Tuttavia, da quest’inferno finanziario sembra poterci essere una via d’uscita, come testimonia un articolo di InvestireOggi del 17 maggio: Ryanair ha registrato un aumento delle prenotazioni sui voli a partire dall’1 aprile. Michael O’Leary, amministratore delegato di Ryanair, ha dichiarato in un’intervista a Bbc News che nei primi dieci giorni di aprile le prenotazioni sono aumentate da 500.000 a settimana fino ad arrivare a 1,5 milioni durante l’ultima decade del mese, un segnale sicuramente incoraggiante che però non basta di certo a risanare la fortissima crisi finanziaria dell’azienda.
Ryanair non è l’unica compagnia aerea ad avere pagato le conseguenze per le restrizioni imposte causa pandemia: secondo una notizia di Rsi News del 21 gennaio, tra le compagnie low cost in difficoltà c’è anche Easy Jet, che ha registrato un fatturato disastroso in calo dell’88% durante l’ultimo trimestre dell’anno fiscale.
Stando alle dichiarazioni di O’Leary, le crescenti prenotazioni dei voli Ryanair dipendono dall’aumento delle vaccinazioni in Europa che si stima dovrebbero portare a una maggior ripresa per l’azienda nella seconda metà del 2021. Si parla infatti da tempo del Green Pass, vero e proprio passaporto vaccinale per i cittadini europei che permetterebbe la libera circolazione in tutti i paesi dell’Unione; oppure in alternativa di una dichiarazione di negatività con un tampone effettuato al massimo nelle 48 ore precedenti il volo.
Non solo low cost in difficoltà nel trasporto aereo: c’è anche il caso Alitalia e ci sono le traversie delle compagnie tradizionali – Il terremoto che sta scuotendo le compagnie di aviazione low cost non risparmia di certo nemmeno le compagnie tradizionali. Alitalia ha chiuso il terzo trimestre del 2020 con un fatturato in calo del 78%: non è una novità per la principale compagnia aerea italiana, che in realtà era in condizioni critiche già prima della diffusione del Covid e che ha visto profilarsi l’eventualità di un fallimento e di una chiusura, con la prospettiva di essere sostituita da una nuova compagnia aerea, Ita.
Tuttavia il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti che riesce a stanziare 24,7 milioni di euro di aiuti pubblici a favore della compagnia, si mostra positivo sul destino di Alitalia, anche grazie alla prospettiva di aumento del traffico aereo nell’estate 2021; e la stessa compagnia spera in un possibile recupero entro il 2024.
Diversi sono i casi di Air France e Lufthansa, che a differenza di Alitalia erano arrivate in condizioni finanziarie più rosee a inizio pandemia, pur scontando allo stesso modo un crollo del fatturato non indifferente, rispettivamente il 74% per Lufthansa e il 60% per Air France. Nonostante la crisi in atto, il clima generale è quello di una speranza di ripresa per l’estate del 2021 sia per le compagnie aeree tradizionali che per quelle low cost ,soprattutto grazie alla campagna vaccinale e alla diminuzione conseguente delle restrizioni per i viaggiatori di tutta Europa.
La Colazione, Fannia Caciolini, Emily Calabrò, Mariachiara Fores, Angela Mariapia Ippolito, Sara Lia, Alessia Marzano
Fonti
https://www.agi.it/economia/news/2021-05-17/ryanair-perdita-annua-815-milioni-euro-12568432/
https://www.bbc.com/news/business-57140763
https://www.firstonline.info/air-france-a-picco-il-2021-dipende-dai-vaccini/