HomeIl SettimanaleIl Settimanale 2021 3 - Cina, governo ora sostiene natalità senza successo

Il Settimanale 2021 3 – Cina, governo ora sostiene natalità senza successo

Scritto come supplemento al numero 3 del Settimanale 2021

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Negli Anni 70 il governo della Repubblica popolare cinese avviava la politica del figlio unico. Ora è pronto a incentivare chi fa figli, ma la natalità non decolla. L’Ufficio nazionale di statistica di Pechino osserva che la crescita demografica è in calo per il quarto anno di fila.

L’allentamento della politica delle nascite che dal 2016 permette di avere un secondo figlio non ha portato particolari incrementi della natalità cinese. Anche la pandemia di Covid-19 ha inciso sul calo, confermandone la tendenza.

La crescita della popolazione in Cina nel decennio dal 2010 al 2020 è precipitata al minimo storico. Mai un livello tanto basso dagli Anni 50. Secondo i dati del censimento del 2020, sono nati solo 12 milioni di bambini, un calo del 18% rispetto ai 14,6 milioni del 2019. Il tasso di fertilità delle donne cinesi è 1,3, il più basso al mondo.

L’Università di Pechino propone un premio di un milione di yuan per ogni neonato, una cifra considerevole in quanto in media un cittadino cinese guadagna 1.000 yuan al mese. Preoccupa la carenza di forza lavoro (cinque milioni in meno in un anno) e la crescita degli ultra sessantenni, che gravano sul bilancio dello Stato per le pensioni e le cure sanitarie.

Secondo un rapporto del Centro per la sicurezza sociale nel mondo, entro il 2035 il fondo delle pensioni statali sarà consumato a causa della drastica riduzione della forza lavoro. Secondo le proiezioni demografiche, nel 2050 un terzo della popolazione cinese sarà fatto di ultra sessantenni.

Il calo delle nascite è una conseguenza della la politica del figlio unico imposta da Deng Xiaoping. Per 35 anni in Cina è stato vietato dare alla luce più di un figlio, salvo alcune eccezioni. Una donna, per poter concepire, necessitava di un permesso ufficiale da parte delle autorità locali. Per una donna in attesa di un secondogenito era prevista una pena pecuniaria o doveva sottoporsi ad un aborto forzato.

Questa legge ha portato a violazioni di diritti umani, sterilizzazione, detenzione e violenze da parte dei funzionari. Secondo i dati dell’Oms, ogni anno in Cina sono stati effettuati 14 milioni di aborti, circa il 25% di tutti gli aborti nel mondo. A causa delle campagne a favore dei figli maschi, sono stati praticati numerosi aborti con lo scopo di selezionare il sesso del feto.

Secondo l’Oms oggi vi è uno squilibrio di 40 milioni di donne nel bilancio tra maschi e femmine, Ciò alimenta il commercio di donne da Vietnam, Cambogia e Nord Corea. Nonostante ciò, bambini sono nati illegalmente, non sono stati registrati regolarmente e di conseguenza sono privi di diritti politici e sociali.

Fronte natalità, il terrore del trentennio precedente non si cancella in poco tempo. Inoltre i nati dopo il 1990 antepongono la propria indipendenza e fare carriera al fare figli. Un altro fattore avverso è l’aumento del costo della vita nelle città cinesi. Secondo Huang Wenzheng, esperto di demografia del ‘Center for China and Globalization’, oggi mantenere un figlio costa quattro volte di più rispetto al 2005.

Alessia Carofiglio

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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