HomeUsaUsa: Trump, guai anche dall'Hotel di Washington, affari col potere

Usa: Trump, guai anche dall’Hotel di Washington, affari col potere

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 23/05/2021

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Dall’Inauguration Day, il 20 gennaio 2017, al tramonto della presidenza, c’è sempre il Trump Hotel di Washington nelle carte della magistratura che indaga sulle malversazioni della famiglia Trump e della Trump Organization, che avrebbe a più riprese “fatto affari” sfruttando la posizione di potere del magnate.

Dei dati, sottratti da hackers alla polizia di Washington e fatti pervenire a media, fra cui il Guardian, mostrano che il Trump Hotel, al 100 di Pennsylvania Avenue, a cinque isolati dalla Casa Bianca, alzò anormalmente i prezzi agli inizi di marzo del 180%, per scoraggiare i complottisti di QAnon dal prenotare una stanza.

L’aumento sarebbe stata una ‘misura di sicurezza’ perché si paventava, in quei giorni, un’invasione di sostenitori di Trump: secondo QAnon, il magnate si sarebbe ripreso il potere il 4 marzo. C’era, dunque, il timore che si ripetesse quanto avvenuto il 6 gennaio, quando migliaia di facinorosi, sobillati dall’allora ancora presidente, presero d’assalto il Campidoglio per impedire al Congresso di ratificare l’esito delle elezioni presidenziali.

Fino al 1932, l’insediamento del presidente non avveniva il 20 gennaio, ma il 4 marzo. Verso la fine di febbraio, intelligence e inquirenti intercettarono su internet fermento fra i sostenitori del magnate e si misero in allarme, senza però notare flussi verso la capitale o picchi di prenotazioni negli hotel. Il Trump Hotel, già al centro di polemiche perché la famiglia Trump ci avrebbe speculato, ospitandovi delegazioni in visita a Washington e organizzandovi eventi pubblici, alzò però i prezzi per evitare di ospitare i complottisti di QAnon – benvenuti a manifestare per il magnate, ma indesiderabili come ospiti -.

Le indagini sul Trump Hotel possono confluire nelle inchieste su Trump e la Trump Organization avviate a New York. Ma gli elementi di sospetto sull’ex presidente s’addensano negli ultimi giorni. Il Washington Post scrive che dal 20 gennaio alla fine di aprile, i Trump hanno presentato un conto da 40 mila dollari al Secret Service per gli agenti che lo proteggono nella tenuta di Mar-a-Lago (Palm Beach, Florida): 396 dollari al giorno per l’utilizzo di una stanza singola adattata ad ufficio per gli agenti. Nei quattro anni di presidenza – ricorda il WP – le proprietà di Trump hanno fatturato al governo federale circa 2,5 milioni di dollari.

Trump resta, però, impermeabile ad accuse e critiche, concentrato sull’obiettivo di tornare nel 2024 alla Casa Bianca. Sta facendo un restyling da sei milioni del suo Boeing 757, il Trump Force One, che nel 2016 lo portò in giro per gli Usa a fare campagna e  che sarebbe destinato a fare altrettanto fra tre anni.

Si allunga la lista dei giornalisti oggetto di ‘attenzioni’ improprie dell’Amministrazione Trump, che, dal primo giugno al 21 luglio 2017, chiese e ottenne in gran segreto mail e dati personali e di lavoro di Barbara Starr, corrispondente della Cnn dal Pentagono. Analoga sorte toccò ad altri giornalisti, del Washington Post, del New York Post, di Politico, di Buzzfeed, tutti che seguivano il Russiagate.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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