Ritorna Il Ducato. E riparte Urbino. Non c’è un rapporto di causa ed effetto. Ma c’è senza dubbio una ragione comune: la prospettiva dell’uscita dall’incubo della pandemia, grazie ai vaccini, dopo 15 mesi di altalena tra orrore e speranza, tra chiusure e (intempestive) riaperture.
Causa pandemia, Il Ducato è stato assente molto più a lungo del solito. Il XVI biennio della scuola di giornalismo è partito in ritardo, per le limitazioni imposti ai concorsi ed alle attività didattiche; e la nuova Redazione solo ora s’impratichisce del lavoro e della città.
E Urbino, che nella primavera del 2020 era stato uno degli epicentri del contagio nelle Marche, sta tentando, in questa primavera di fermenti 2021, a ritrovare i suoi ritmi e le sue abitudini. Sempre con prudenza, perché il ricordo della ricaduta dell’autunno scorso, è un monito costante, nonostante i vaccini consentano l’obiettivo dell’immunità di gregge.
La città affida le speranze di ripresa e di rilancio ai suoi valori fondamentali, l’Università, la cultura, il turismo dell’arte e della bellezza. Il rettore Calcagnini spiega come l’Ateneo ha superato la prova della pandemia. L’assessore Carloni presenta iniziative della Regione per contrastare la crisi dell’economia. Negli ultimi giorni, hanno riaperto la Galleria Nazionale e il Teatro Sanzio.
Urbino non s’è mai arresa: i raider sono testimoni della vitalità della città. E, adesso, Il Ducato torna a raccontarne gli eventi e i problemi, le speranze e le difficoltà, i successi e le delusioni. Compagno d’un viaggio che riprende.
