L’Unione europea non è il Santo Graal. Come tutte le cose create dall’uomo porta con sé pregi e difetti. Molti cittadini la criticano, molti la osannano, ma pochi le rendono il giusto merito, nella corretta misura. Sicuramente l’Ue soffre di tre grandi malattie: la mancanza di memoria, la complessità delle sue istituzioni e dei meccanismi che la regolano e la confusione che ne deriva. Una matrigna che chiede tanto ai suoi cittadini e da poco in cambio, secondo una certa narrazione politica.
Tuttavia, è da queste riflessioni lasciateci da Thierry Vissol, (economista e storico, autore di numerosi libri e saggi), che vogliamo partire per festeggiare una Signora ormai non più tanto giovane , che il 9 Maggio di 71 anni fa iniziava a muovere i suoi primi passi in uno spirito di unità e cooperazione tra Stati, come proposto dall’allora ministro degli Esteri francese Robert Schuman.
In questo periodo, tra alti e bassi l’Europa in quanto Istituzione ha cercato di fare del suo meglio, scontrandosi con le difficoltà di tenere insieme popoli che per secoli hanno agito in totale indipendenza, se non in conflitto tra loro.
Neanche l’avvento della pandemia mondiale da Covid-19 le ha evitato critiche. Il ruolo dell’Ue (come già in altre situazioni, come la questione demografico-migratoria, solo per citarne una) è stato determinante. In questo caso, soprattutto nella gestione delle relazioni tra gli Stati membri per contenere la diffusione del virus prima e con i grandi colossi farmaceutici poi. Non poche anche le difficoltà iniziali dovute alle incertezze della comunità scientifica internazionale circa le caratteristiche del virus stesso, la sua diffusione e le sue conseguenze. Conseguenze che purtroppo nel giro di poche settimane abbiamo imparato a conoscere, prendendo tutti dimestichezza con termini e sigle che non avevamo mai pronunciato prima e sentendoci tutti un po’ esperti della materia.
Possiamo riflettere ed elucubrare ancora, ma intanto ad oggi la situazione è questa: la pandemia ha fatto in Europa oltre 51 milioni di contagiati e ha provocato oltre un milione di morti. Decessi che ci siamo abituati a trattare secondo la legge dei ‘grandi numeri’, approssimando la cifra per eccesso o per difetto, a seconda dei casi, dimenticando a volte che per alcune famiglie quell’unità in più o in meno ha fatto la differenza.
Ma purtroppo questo è quello che accade dalla notte dei tempi, da quando l’uomo racconta guerre e tante altre tragedie di ogni genere, che sentiamo più o meno vicine a seconda dei casi specifici. Del resto non è quello che ci dice la Legge di McLurg e cioè che un europeo ‘pesa’ quanto 28 cinesi?
La tragedia della pandemia ci ha abituati a piangere più forte ognuno i propri morti e a considerare a volte meno grave quello che stava accadendo in parti del mondo a noi più lontane. Anche quando non lo erano poi così tanto. E ci siamo ritrovati a discutere con i nostri concittadini (perché questo siamo, seppur di una allargata nazione) sulla capacità di contrattazione dell’Ue e di ogni Stato relativa a fornitura e costi del vaccino, per la fretta di salire sul cavallo della salvezza ed evitare (a ragione, intendiamoci) l’inevitabile che tante volte, tra ironia e saggezza, è stato chiamato in causa.
Una cosa senz’altro buona però possiamo farla: per una volta, in questo momento in cui siamo stati tutti chiamati a scrivere un pezzo di storia, proviamo a ragionare sentendoci tutti uno di quei 28 cinesi!
Simona Giorgetti
Fonti
Thierry Vissol , Europa matrigna: sovranità, identità, economie- Donzelli editore,2019
Mauro Wolf , Teorie delle comunicazioni di massa – Strumenti Bompiani,2001
https://www.aifa.gov.it/-/aifa-sospensione-precauzionale-del-vaccino-astrazeneca
https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/it/ip_21_655
https://europa.eu/european-union/about-eu/symbols/europe-day_it