82 anni dopo la scoperta di Grotta Guattari a San Felice Circeo (Latina), sono stati ritrovati reperti attribuibili a nove uomini di Neanderthal, otto dei quali vissuti fra 50mila e 68mila anni fa e l’ultimo, il più antico, fra 90mila e 100mila anni fa.
La redazione di Mixer ha raccolto alcune dichiarazioni di Mario Rubini, direttore del servizio di antropologia del Sabap (Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti), che non si è mostrato eccessivamente sorpreso dai ritrovamenti: “Tra i 50 e i 100mila anni fa, nella zona del Circeo, il mare era più regredito, quindi c’erano pianure fertili e non paludose; questo lo testimoniano i ritrovamenti di animali non da palude – l’uro, il grande bovino estinto, il cervo nobile, rinoceronti e anche elefanti –, che i Neandertaliani cacciavano, essendo una popolazione nomade che basava sulla caccia la propria sussistenza. La frequentazione, quindi, era presumibilmente stagionale, legata agli spostamenti della selvaggina. Il Circeo, inoltre, era un’area buona, seppur rigida, mitigata com’era dal mare da una parte e dal Vulcano Laziale (oggi Castelli Romani) dall’altra”.
Che il sito fosse profondamente ricco di fossili e reperti non è una novità. Grotta Guattari fu scoperta casualmente nel 1939, quando un gruppo di operai fu incaricato dal cavalier Guattari, proprietario della villa e dell’albergo omonimi (oggi Hotel Neanderthal), di estrarre alcune pietre. Al tempo, ad occuparsi dello scavo, fu il paleontologo Alberto Carlo Blanc, sotto la cui direzione si scoprì un cranio ben conservato, attribuibile ad un Homo neanderthalensis.
Oggi, grazie alla messa in sicurezza della grotta, nuove analisi hanno permesso al team di ricerca (formato da Sabap Lazio e Università Tor Vergata) di ritrovare numerosi fossili, tra cui un cranio femminile e la diafisi di un femore destro. Spiega Francesco Di Mario, l’archeologo della Soprintendenza che dirige lo scavo: “Il nuovo intervento, fatto con l’aiuto di tecnologie e competenze che 80 anni fa non erano neppure immaginabili e allargato ad una zona della grotta che non era mai stata indagata neppure da Blanc, apre ora scenari di enorme interesse per la ricerca”.
Ad attirare l’attenzione degli studiosi sono stati anche molti resti animali, a partire da quelli di iene, che si è scoperto essere state le ultime ad utilizzare la grotta come tana. La loro presenza ha permesso di accantonare l’ipotesi, avanzata in passato, di rituali cannibalistici: i crani ritrovati presentavano infatti delle aperture profonde alla base, il che ha fatto pensare che fossero stati oggetti di riti di cerebrofagia.
La responsabilità delle aperture è oggi attribuita alle iene che, essendo animali necrofagi, trasportarono i resti delle proprie prede nella tana e ne estrassero le interiora per cibarsene. Un’interessante lettura sul tema è “Le iene del Circeo. Vita, morte e miracoli dell’uomo di Neanderthal”, di Antonio Pennacchi, che con tono polemico e sagace fa emergere le incongruenze di quest’ultima interpretazione, preferendo la prima ipotesi, pur in contrasto con altri studiosi.
Mixer, Eleonora Bufoli, Lorenzo Buonarosa, Rachele Callegari, Domenico Dolcetti, Chiara Vulduraro
Fonti
https://www.ansa.it/lazio/notizie/2021/05/08/eccezionale-al-circeo-i-resti-di-9-uomini-di-neanderthal_0e11b4aa-0938-4fbd-ab99-3a130eb6e537.html
https://www.google.com/amp/s/www.avvenire.it/amp/agora/pagine/circeo-trovati-fossili-di-uomo-di-neanderthal
https://www.beniculturali.it/comunicato/neanderthal-franceschini-dalla-grotta-guattari-al-circeo-nuove-straordinarie-scoperte