Dopo mesi di dibattiti ed ostruzionismo la Commissione Giustizia del Senato ha dato il via ai lavori sul ddl Zan. Con 12 voti a favore e 9 contrari, nella riunione del 6 maggio si è deciso che la proposta di legge sarà discussa da sola e non accorpata agli altri quattro disegni d’argomento analogo (due del M5s, una del Pd e una del gruppo delle Autonomie) che erano stati programmati la settimana scorsa.
Il disegno di legge in questione, che prende il nome dal deputato del Pd che lo ha ideato e che lo firma per primo, Alessandro Zan, andrà ad estendere la portata della legge Reale-Mancino (1993) dall’ambito del razzismo a quello dell’omotransfobia, punendo con il carcere chi istiga a commettere o commette atti di discriminazione o violenti per motivi fondati sul sesso, sull’orientamento sessuale e sulla disabilità. Sono previsti anche una serie di provvedimenti per favorire l’inclusione e la sensibilizzazione delle nuove generazioni: ad esempio l’organizzazione di incontri nelle scuole durante la giornata mondiale contro l’omofobia, il 17 maggio.
Alla legge proposta da Zan si oppone soprattutto la Lega che, insieme a Fratelli d’Italia e Forza Italia, definisce la proposta di legge non prioritaria e potenzialmente lesiva della libertà di espressione. Oltre a criticare l’inserimento della definizione di “identità di genere”, il centro-destra afferma che il ddl potrebbe portare a considerare come discriminazione anche l’attività in difesa della famiglia tradizionale, nonostante la legge contenga un articolo proprio a tutela della libertà di espressione. Vi si legge infatti: “Sono fatte salve la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
Nelle ultime settimane la discussione ha lasciato l’ambito parlamentare ed è approdata sulle principali piattaforme social, con molti personaggi famosi che hanno sposato la causa e contribuito a diffondere l’hashtag #dllZan. Affermazioni particolarmente forti sono state fatte dal rapper Fedez, che dal palco del concertone del Primo Maggio, ha mosso accuse di omofobia ed ostruzionismo, specialmente al senatore leghista Andrea Ostellari, presidente della Commissione Giustizia. Lo stesso Ostellari si è posto al centro di una polemica per essersi autoproclamato unico relatore del testo, pur essendone un oppositore.
Il centrodestra intende proporre un testo alternativo al ddl – su iniziativa dei senatori Licia Ronzulli, Matteo Salvini, Paola Binetti, Gaetano Quagliariello – che, con i suoi tre articoli, mira a introdurre una semplice aggravante comune, nei casi di “violenza commessa in ragione dell’origine etnica, credo religioso, nazionalità, sesso, orientamento sessuale, età e disabilità della persona offesa”. La controproposta, andando a rimuovere i riferimenti contenuti nel ddl – come la promozione di un’attività di educazione e prevenzione mirata ad evitare violenze e discriminazioni –, è fortemente contrastata da Zan, che la definisce “un attacco alla legge Mancino” e “un insulto ai diritti in pieno stile sovranista”.
In attesa dei prossimi sviluppi, i sostenitori del ddl Zan continuano la loro battaglia promuovendo manifestazioni contro l’omofobia – fra l’altro, sabato 8 maggio a Roma e a Milano -, mentre il testo seguirà il proprio iter.
G-one, Matteo De Nunzio, Ilaria Iannitelli, Riccardo Ollmert, Eleonora Paone, Irene Varisano