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Il Settimanale 2021 1 – Esteri, Germania, pedo-pornofilia, chiusa Boystown

Scritto per il numero 1 del Settimanale 2021 dello 09/05/2021

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Le indagini dell’anticrimine tedesco hanno portato allo scoperto un mondo decisamente inquietante, con 400 mila persone iscritte ad una delle reti pedo-pornografiche più oscure del Darknet, Boystown, che è stata chiusa.

Un gruppo segreto, nel quale venivano ammesse solo persone fidate. Un tunnel spaventoso in cui è difficile entrare e difficilissimo uscire.

Come riferisce TGCOM24, “La Procura di Francoforte, in una nota congiunta con la polizia criminale federale, ha affermato che gli arrestati sono tre presunti amministratori e un utente ”, accusati di avere condiviso foto di bambini e neonati nonché video di abusi sessuali. L’utente, uno dei più attivi nel gruppo, avrebbe condiviso circa 3500 fotografie.

La cosa peggiore è stata scoprire che alcuni degli utenti abusavano ripetutamente dei propri figli, filmando e fotografando il tutto. Infatti, come riporta la Repubblica: “Tonnellate di foto e video raccapriccianti erano stati trovati a casa di un inquisito 43enne che avrebbe abusato ripetutamente della propria figlia di due anni filmando e fotografando tutto per poi condividerlo con altri pedofili sulle chat”.

Ma non è tutto: su la Repubblica, emerge che un “soldato della Bundeswehr di 27 anni ha confessato di aver abusato pesantemente di bambini tra uno e cinque anni, tra cui sua figlia, il figlio adottivo, una nipote e una figlia di un complice”.

Il materiale recuperato nell’indagine su Boystown mostrava video e foto dei più raccapriccianti abusi su minori e video dei genitori stessi che chiedevano e si scambiavano a loro volta i consigli più disparati su come sedare i bambini prima di tali violenze.

Un fenomeno di dimensioni enormi, risultato dagli accertamenti fatti su 18 milioni di fotografie e mezzo milione di video, per un totale di 30 vittime accertate fino ad oggi.

La pedofilia on-line
Una realtà spaventosa, quella della pedofilia on-line, che si è sviluppata quasi in parallelo allo sviluppo di internet e all’utilizzo dei nuovi mezzi di comunicazione, e che oggi è purtroppo diffusissima in tutto il mondo.

Sono sempre più numerosi, infatti, i minori adescati, tramite social o numeri di telefono, da adulti che pian piano cercano di conquistare la loro fiducia seguendo un iter che risulta essere sempre lo stesso: spacciandosi per coetanei e convincendo il bambino a tenere segrete le loro conversazioni nel corso delle quali vengono avanzate richieste sempre più sessualmente esplicite, il tutto corredato dal tentativo di persuadere il minore a mettere in atto comportamenti volti ad isolarlo sempre di più da amici e familiari.

Tantissimi sono gli esempi di questo ambiente terrificante. Ricorderemo senz’altro la triste vicenda che ha interessato l’Italia più da vicino: la sconcertante scoperta di 432 persone che utilizzavano canali Telegram per scambiarsi materiale pedo-pornografico. Ad intervenire, come riporta la Repubblica, furono la polizia postale di Milano e di Roma, smascherando questi gironi infernali di utenti che abusavano di bambini e bambine, spesso neonati. Ogni gruppo Telegram aveva regole precise da seguire: non rispettarle, voleva dire essere cacciato fuori dal giro.

Tutte le scoperte effettuate dalla polizia postale hanno permesso l’arresto dei pedofili incriminati per la vicenda di Boystown. Tuttavia data la portata del fenomeno a livello mondiale molti altri criminali coinvolti nel mondo della pedo-pornografia sono ancora in circolazione. Sono ancora tantissimi, infatti, le reti e i canali attivi legati a tale fenomeno in cui sono coinvolti gli uomini più disparati, sia per età che per ceto sociale.

La Colazione, Fannia Caciolini, Emily Calabrò, Mariachiara Fores, Angela Mariapia Ippolito, Sara Lia, Alessia Marzano

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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