C’era una volta, tanto tempo fa, il Mare Nostrum: tutte le coste erano Impero Romano. Ora, invece, il Mediterraneo è un mare pericoloso, potenzialmente ostile agli italiani al largo della Libia, come dimostra la vicenda del peschereccio Aliseo, scortato ieri a Mazara del Vallo da una motovedetta della Guardia di Finanza dopo un ‘incontro ravvicinato’ con una motovedetta libica.
Nel Mediterraneo di questo scorcio del XXI Secolo, incrociano navi da guerra americane e russe, pronte, se serve, a scaricare gragnole di missili o attacchi aerei contro l’Isis, al tempo della guerra all’autoproclamato Califfato, o su postazioni in Siria percepite come ostili. Israele vi svolge azioni di polizia al largo delle coste palestinesi. La Turchia, che detta in Libia la legge dei suoi mercenari, alza la tensione anche nelle acque più orientali, intorno a Cipro, contestando interessi energetici ed economici ciprioti, greci e pure italiani.
Altro che mare di pace, solcato da paranze di pescatori, barche di regatanti e navi crociera: i Paesi rivieraschi vi misurano il loro potere – la Turchia –, la loro fragilità – la Libia –, la loro ignavia – Malta -, la loro impotenza – l’Italia -. Un mare dove si muore a centinaia, nei naufragi dei barconi dei migranti che la guardia costiera libica intercetta o meno, soccorre o meno, facendo mercimonio del principio dell’aiuto in mare.
I contenziosi sulle aree di ‘Search and Rescue’, ricerca e salvataggio, libica, maltese e italiana, che parzialmente si sovrappongono, come sull’estensione unilaterale – risalente ai tempi di Gheddafi – dei diritti di pesca esclusivi libici aggiungono elementi di incertezza e di tensione. La vicenda dell’Aliseo, andato a cercare i gamberi rossi nella zona di pesca libica, testimonia che una tragedia lì è sempre possibile.
Il comandante Giuseppe Giacalone e il suo equipaggio – sei uomini – sono stati bersaglio dei colpi – un centinaio, pare – sparati da una motovedetta libica, un ex mezzo della Guardia di Finanza donato dall’Italia alla Libia nel 2018 per controllare i migranti. L’intervento della fregata Libeccio, giunta in soccorso con un elicottero, ha convinto i libici a rilasciare l’Aliseo, che se no avrebbe fatto la fine dei due pescherecci sequestrati l’autunno scorso e trattenuti per cento giorni.