HomeUsaUsa: morto Mondale, un ‘vice’ saggio ma senza carisma da leader

Usa: morto Mondale, un ‘vice’ saggio ma senza carisma da leader

Scritto per AffarInternazionali il 20/04/2021 https://www.affarinternazionali.it/2021/04/walter-mondale-vice-carisma/

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E’ entrato nella storia degli Stati Uniti più per quello che poteva essere e non è stato che per quello che è stato davvero: poteva essere il primo presidente con una vice donna, l’italo-americana Geraldine Ferraro, ed è invece stato solo il vice di Jimmy Carter, presidente per un unico mandato, dal 1977 al 1981. Walter Fritz Mondale è morto lunedì all’età di 93 anni a Minneapolis, Minnesota, lo Stato dov’era nato, a Ceylon, il 5 gennaio 1928. Dal 2018, dopo la morte di George H.W. Bush, era l’ex vice-presidente Usa più anziano in vita.

Nel 1984 tentò la corsa alla Casa Bianca, ottenne la nomination democratica, ma perse contro Ronald Reagan, che conquistò 49 Stati: la sconfitta più netta nella storia dell’Unione, perché Mondale s’aggiudicò solo il suo Stato e il Distretto di Columbia, dove sorge Washington.

Mondale si scelse come candidata vice la Ferraro, deputata dello Stato di New York, allora 49 anni, famiglia d’origini campane – venivano da Marcianise, in provincia di Caserta -. Era la prima volta che un candidato di uno dei maggiori partiti sceglieva una donna come ‘running mate’. E, dopo, ci vollero 24 anni perché qualcun altro lo facesse: nel 2008, John McCain volle accanto a sé, contro Barack Obama e Joe Biden, Sarah Palin. Ma solo l’anno scorso, al terzo tentativo, la scelta del vice al femminile è stata vincente: Kamala Harris è divenuta la prima donna, ma anche la prima nera e pure la prima persona di origine indiana, vice-presidente.

In un comunicato diffuso lunedì sera, Carter, il 39° presidente degli Stati Uniti, insignito nel 2002 del Nobel per la Pace, ha scritto: “Oggi piango la scomparsa del mio caro amico Walter Mondale, che considero il miglior vice-presidente della storia del nostro Paese … Fritz ha usato la sua abilità politica e la sua integrità personale per trasformare la vice-presidenza in una forza politica dinamica che non si era mai vista prima e che esiste ancora oggi”.

In effetti, Mondale fu il primo vice a fungere da vero e proprio ‘alter ego’ del presidente, aveva pieno accesso ai briefing d’intelligence, pranzava una volta la settimana con il presidente, aveva l’ufficio accanto a quello del presidente e un proprio staff integrato con quello del presidente. L’Amministrazione Carter fu però segnata da un’economia debole e dalla presa degli ostaggi nell’ambasciata degli Usa a Teheran: il ticket democratico fu così battuto da quello repubblicano formato da Reagan e Bush, nel novembre 1980.

Per due decenni, tra gli Anni Settanta e Ottanta, Mondale fu un protagonista sulla scena politica Usa: favorevole a un ruolo attivo del governo federale, promosse azioni a favore dei meno favoriti, delle minoranze e delle donne, portando avanti programmi d’edilizia sociale e di lotta alla povertà.

Mondale s’era laureato all’Università del Minnesota nel 1951 e, dopo avere prestato servizio nell’esercito durante la Guerra di Corea, tornò all’Università e si laureò in legge nel 1956. ‘Ministro della Giustizia’ del Minnesota dal 1960, nel 1964 sostituì in Senato Hubert Humphrey, che divenne il vice-presidente di Lyndon B. Johnson. Eletto nel 1966 e rieletto nel 1972, si dimise da senatore nel 1976, una volta eletto vice-presidente. Negli anni in Senato, lavorò per proteggere i consumatori e desegregare le scuole.

La sconfitta, elettorale del 1984, quasi brutale, venne in parte attribuita al suo programma, che prevedeva di aumentare le tasse e di ridurre il debito, oltre che di congelare gli armamenti nucleari e di attuare l’Equal Rights Amendment. Ma battere Reagan nel 1984 era una ‘mission impossible’, soprattutto per uno che faceva politica senza il gusto dello spettacolo, mentre Reagan era attore e sapeva intercettare il gusto del pubblico in ogni sua posa e in ogni sua dichiarazione. Durante uno dei dibattiti televisivi, Reagan, che aveva 73 anni, disinnescò ogni polemica sulla sua età, dicendo in apertura: “Non intendo sfruttare a mio vantaggio la giovane età del mio rivale”, che ne aveva 56. Risero tutti, anche Mondale.

Per gli americani che lo conobbero e lo ricordano, Mondale resterà una figura discreto e competente di quando la politica non era ancora spettacolo: una persona che non mescolava pubblico e privato – la moglie Joan morì nel 2014, dopo quasi 60 anni insieme -, ma anche una figura che non seppe (o non volle) adeguarsi alla dittatura della televisione. Per spiegare la sconfitta del 1984, diceva. “Sono poco adatto ad apparire in televisione”.

Battuto, senza più incarichi, tornò a fare l’avvocato in Minnesota e guidò il National Democratic Institute for International Affairs (1986/’93). Bill Clinton, appena divenuto presidente nel ’93, lo mandò come ambasciatore in Giappone, fino al 1996. Nel 2002, un ultimo sussulto politico, provocato dalla tragica scomparsa del senatore democratico Paul Wellstone in un incidente aereo, due settimane prima delle elezioni: Mondale fu candidato ‘in extremis’ dal partito democratico, ma perse di misura contro il sindaco di Saint Paul Norm Coleman. Riprese a fare l’avvocato e cominciò a insegnare all’Università del Minnesota, alla Hubert H. Humphrey School of Public Affairs. Senza mai rinunciare a dire la sua nel partito democratico: nella campagna presidenziale 2020, aveva dato il suo endorsement alla senatrice del Minnesota Amy Klobuchar, prima di appoggiare Joe Biden.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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