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Usa: migranti, Biden offre una camera con vista sul deserto

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/04/2021

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Camera con vista sul deserto: l’Amministrazione Biden spende 60 milioni di dollari alla settimana per alloggiare i migranti minori non accompagnati che dal Messico entrano negli Stati Uniti. E i costi sono ancora destinati ad aumentare: si calcola che il flusso dei migranti nell’anno fino a settembre 2021 sarà il più alto mai registrato nel Terzo Millennio.

Le soluzioni d’emergenza trovate, fra cui l’affitto di alberghi, consentono di tamponare le esigenze di adolescenti e bambini affidati agli Health and Human Services (Hhs), che hanno già saturato i posti letto disponibili nei loro centri permanenti, le cui capacità sono state ridotte dalle norme anti-Covid.

In tutta fretta, l’Amministrazione Biden ha quindi convertito in centri d’accoglienza una decina d’installazioni – hotel e centri per convenzioni, campi per lavoratori dell’industria del petrolio e persino basi militari – gestiti dell’Immigration and Customs Enforcement (Ice).

L’Ice, a sua volta, ha stipulato contratti per 86,9 milioni di dollari con la Endeavors, una Ong basata a San Antonio in Texas ed esperta nell’assistenza a reduci di guerra, vittime di disastri naturali e migranti, che fornisce e gestisce 1200 posti letto in Texas e in Arizona.

La situazione al confine tra Stati Uniti e Messico, caratterizzata a marzo da un flusso di migranti senza precedenti negli ultimi anni, resta critica. Secondo gli ultimi dati ufficiali, gli arrivi di minori non accompagnati sono raddoppiati in un mese, salendo a 19 mila: e gli arresti operati alla frontiera sono aumentati del 71% e sono al livello più alto da 20 anni a questa parte.

Qualche cifra più precisa dà le dimensioni d’un fenomeno che sta creando imbarazzi al presidente e al suo staff, impegnati ad affrontare la questione migranti con riforme di lungo periodo, ma sorpresi dall’impennata degli arrivi. Il governatore del Texas, Greg Abbott, un ultra ‘trumpiano’, e senatori e deputati repubblicani mettono l’accento sulle esigenze di sicurezza nei territori di confine.

A marzo, le autorità Usa hanno intercettato più di 172.000 persone prive di documenti al confine con il Messico, di cui 18.890 minori, per lo più provenienti dall’America Centrale. Sempre a marzo, la polizia di frontiera ha intercettato 5.,904 famiglie, rispetto alle 19.286 di febbraio – a marzo 2020, erano state solo 3.455, un quindicesimo -.

Solo una famiglia su tre è stata immediatamente respinta: le norme prevedono che le richieste d’asilo siano fatte prima di entrare nell’Unione. Le famiglie con bambini fino ai sei anni vengono invece autorizzate restare fin quando la loro posizione non sia chiarita. Circa 10 mila famiglie, secondo fonti del Congresso citate dalla Ap, sono state rilasciate senza l’obbligo di presentarsi davanti a un tribunale, ma solo di ripresentarsi dopo 60 giorni a un ufficio Ice.

L’insediamento temporaneo di minori migranti in hotel, campi di lavoro e basi militari non avviene solo in Texas, a El Paso e a Cotulla, a sud-ovest di San Antonio, ma anche in New Mexico e Arizona, nell’area di Phoenix – la capitale dello Stato – e di Chandler, un suo sobborgo a poco più di 200 chilometri dalla frontiera. In California, la fiera di Los Angeles ospiterà fino a 2.500 minori non accompagnati.

A rendere più critico il momento, le dimissioni di Roberta Jacobson, l’ex ambasciatrice in Messico scelta da Biden come ‘zar del confine’ nel Consiglio di Sicurezza nazionale: la Jacobson lascerà l’incarico a fine mese. Biden ha affidato il dossier migranti alla sua vice Kamala Harris, che ha già avuto un lungo colloquio con il presidente messicano Andrés Manuel López Obrador, su come contrastare il traffico delle persone e tutelare i diritti dei minori. “Da parte nostra – le ha assicurato López Obrador -, c’è la volontà di cooperare”.

Al Congresso, Biden ha chiesto di stanziare fondi per quattro miliardi di dollari circa per sostenere lo sviluppo di El Salvador, Honduras, Guatemala, per scoraggiare le partenze – sono i Paesi da cui arriva il maggior numero di migranti -. Si tratta d’investire nelle comunità locali, nella certezza che le persone “non lasciano le loro famiglie per piacere, bensì per necessità”.

Usa e Messico hanno deciso di rafforzare i meccanismi di condivisione dell’intelligence, per meglio contrastare le reti transnazionali di trafficanti di esseri umani che si profittano dei migranti e ne mettono a rischio la sicurezza.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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