Le leggi per un giro di vite sulle vendite delle armi, che i democratici portano avanti in Congresso, non fermano le stragi nell’Unione: due in una settimana, dieci morti in un supermercato di Boulder nel Colorado, l’altra sera; otto morti in locali per massaggi ad Atlanta in Georgia, martedì 16 marzo.
L’11 marzo, la Camera aveva approvato – democratici contro repubblicani, con poche eccezioni – due proposte di legge per aumentare ed estendere i controlli sulle vendite delle armi. Probabilmente, entrambe sono destinate ad arenarsi in Senato: ci vogliono 60 voti perché passino e i democratici ne hanno solo 50 su 100. Un’eventuale approvazione sarebbe subordinata a sostanziali annacquamenti dei due provvedimenti, già poco stringenti.
La sparatoria in Colorado è avvenuta dopo che un tribunale locale ha bloccato il bando dalla città delle armi d’assalto semi-automatiche, deciso nel 2018 per prevenire sparatorie di massa come quella nel liceo di Parkland in Florida nel 2017. Non è chiaro se il provvedimento avrebbe impedito al killer del supermercato di acquistare o detenere l’arma, un fucile semi-automatico Ar-15, fra i più usati nelle stragi americane.
Le sparatorie in serie di Atlanta e Boulder tornano ad accendere il dibattito sulle armi da fuoco, C’è chi invoca sui social il ritorno ai lockdown perché, durante le chiusure anti-pandemia, le sparatorie erano cessate. Ma né nell’Unione né nel Congresso c’è il consenso per modificare l’emendamento della Costituzione che garantisce il diritto alle armi.
L’autore della strage nel supermercato in Colorado è stato identificato: ha 21 anni ed è di Arvada, una trentina di km a sud di Boulder, ma non si sa ancora perché abbia ucciso. Ferito a una gamba prima dell’arresto, è stato operato, è in condizioni stabili e sarà presto trasferito in carcere.
Tutte le vittime sono state identificate, avevano un’età tra i 20 e i 65 anni: fra loro clienti e personale del King Sooper Grocery Store e il primo agente di polizia accorso sul posto, Eric Talley, 51 anni.
Spesso, è difficile scoprire il movente di questi attacchi semplici e letali contro obiettivi non protetti – così com’è difficile prevenirli -. Ad Atlanta, le vittime erano in maggioranza donne e asiatiche: s’ipotizza un crimine a sfondo razziale, ma l’Fbi è prudente. Le stragi sono ricorrenti in Colorado: dal massacro del liceo di Columbine, nel 1999, a quello del cinema di Aurora, nel 2012.
Nella piattaforma elettorale di Joe Biden, il controllo delle armi ha molto spazio, ma il presidente non ha né mezzi né poteri per cancellare il II emendamento. Nel 2017, dopo l’eccidio di 14 studenti al liceo di Parkland in Florida, c’era stato un movimento guidato da ragazzi e ragazze superstiti: pareva la volta buona. Dopo il voto di midterm del 2018, la Camera, a maggioranza democratica, varò alcune misure, che furono però bloccate dai repubblicani che controllavano il Senato.
I killer delle sparatorie usano molto spesso fucili d’assalto. Associazioni delle vittime e attivisti chiedono di mettere semplicemente al bando le mitragliette semiautomatiche, proprio come l’Ar-15 (che per qualche tempo sparì dagli scaffali di catene di negozi come Wallmart). Il provvedimento avrebbe una indubbia efficacia, specie se accompagnato dal divieto della vendita di pistole e fucili online.