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Usa-Russia: Putin / Biden, scambio alla Forrest Gump, “chi lo dice lo è”

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 19/03/2021

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“Chi lo dice sa di esserlo”. Con una battuta del repertorio di Forrest Gump, il presidente russo Vladimir Putin risponde al presidente Usa Joe Biden, che pensa che lui sia “un assassino”. E’, probabilmente, un modo per evitare un’escalation degli epiteti: “Quando eravamo piccoli e bisticciavamo – ricorda Putin -, dicevamo: ‘Chi lo dice sa di esserlo’”. E augura “buona salute” all’interlocutore statunitense.

Da quando Biden è alla Casa Bianca, i rapporti tra Washington e Mosca si sono degradati: la frase dell’intervista all’Abc e l’impegno a “far pagare” alla Russia le interferenze in Usa 2020 sono solo la punta di un iceberg di freddezza e diffidenza. Le consultazioni con l’ambasciatore russo in Usa Anatoly Antonov, richiamato a Mosca – partirà domani -, dureranno “il tempo necessario” – fa sapere il Ministero degli Esteri russo – e si svolgeranno anche al Cremlino.

L’obiettivo ufficiale è “correggere i rapporti in crisi tra Russia e Usa”: “dichiarazioni sconsiderate di alti funzionari statunitensi mettono le relazioni già fin troppo conflittuali a rischio di collasso”. Mosca non esacerba in toni – lo fanno i deputati del partito di Putin alla Duma -, Washington non fa passi indietro.

L’intervista di Biden, a tutto campo, non era improvvisata: Russia, Afghanistan, Arabia saudita, migranti sono solo alcuni dei temi caldi toccati dalle domande di George Stephanopoulos. Eccone alcuni passaggi.

Usa e Russia – “Ho avvertito” Putin, “pagherà un prezzo” per le interferenze nelle elezioni. “Abbiamo avuto una lunga conversazione, lo conosco relativamente bene… Gli ho detto: ‘Ci conosciamo: se accerto che sono accadute – le interferenze, ndr -, sii preparato”. Il giornalista chiede: “Pensa che Putin sia un assassino?”. Biden risponde: “Mmm hmm, lo penso”. E aggiunge: “Ritengo, però, che sia possibile camminare e masticare una gomma nello stesso tempo, là dove ci sono interessi reciproci su cui lavorare”, facendo riferimento alla decisione di estendere in gennaio l’accordo New Start sugli armamenti nucleari. L’espressione ‘camminare e masticare una gomma nello stesso tempo’ è nella politica americana dai tempi del presidente Gerald Ford, che i media accusavano di non saperlo fare.

Afghanistan – “Potrebbe accadere” che tutte le truppe Usa lascino il Paese entro il primo maggio, “ma è difficile”. “Sto prendendo una decisione ora su quando ce ne andremo… Il fatto è che l’accordo negoziato – dall’Amministrazione Trump con i talebani, ndr – non è molto solido… Ci stiamo consultando con i nostri alleati e con il governo afghano…”.

Arabia saudita – Stephanopoulos gli chiede perché non abbia colpito con sanzioni il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman, dopo che un rapporto dell’Intelligence l’ha indicato come responsabile dell’omicidio del giornalista e dissidente Jamal Khashoggi.

Biden risponde: “Io sono quello che ha reso pubblico il rapporto” e “che ha chiarito al re saudita che le cose sarebbero cambiate… Abbiamo colpito tutti i responsabili, ma non il principe ereditario perché, a mia conoscenza, noi non abbiamo mai punito o messo al bando il capo di Stato di fatto d’un Paese alleato”. Con re Salman, “ho fatto la lista delle cose che ci aspettiamo che i sauditi facciano”, fra cui “la fine della guerra in Yemen e della fame in quel Paese”.

Migranti – “Lo dico chiaro e forte: non venite, non lasciate la vostra città o la vostra comunità”. Stephanopoulos ricorda che il numero dei migranti, e soprattutto dei minori non accompagnati, presi in custodia alla confine tra Messico e Stati Uniti s’è impennato nelle ultime settimane: “C’è stata un’impennata anche negli ultimi due anni, nel 2019 e nel 2020… Ma questa potrebbe essere peggio… Ho ereditato una situazione disastrosa… La gente non viene perché pensa che adesso ci sia un tizio molle alla Casa Bianca… Vengono perché carcano migliori opportunità… Ma ora noi dobbiamo in via prioritaria dare assistenza ai minori non accompagnati”.

Cuomo – Domanda: “Se le indagini confermano le accuse delle donne” al governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, “Cuomo dovrebbe dimettersi?”. Risposta: “Sì”.

 

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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