Una dichiarazione comune dei presidenti delle tre maggiori Istituzioni europee, Commissione, Consiglio e Parlamento, mette finalmente in moto la Conferenza sul futuro dell’Europa, due anni dopo che il presidente francese Emmanuel Macron l’aveva prospettata scrivendo una lettera aperta ai cittadini europei. Nella loro dichiarazione, Ursula von der Leyen, Antonio Costa e David Sassoli s’impegnano a costruire un’Europa più resiliente e a battersi per la democrazia.
Virgilio Dastoli, presidente del comitato italiano del Movimento europeo, già stretto collaboratore di Altiero Spinelli nei suoi anni al Parlamento europeo, ci aiuta a scoprire i rischi e le opportunità d’una Conferenza la cui questione centrale resta ancora avvolta nelle nebbie dell’eurocrazia: come “saranno garantiti il governo democratico dell’Unione, la sua capacità di decidere e il suo spazio d’azione a beneficio dei cittadini europei”.
Non si sa ancora se sarà rispettata, per la chiusura della Conferenza, la data simbolica del 9 Maggio 2022 – il 9 Maggio è la Festa dell’Europa -, ma si conferma che la Conferenza deve concludersi entro la primavera del 2022, nel semestre di presidenza di turno francese del Consiglio dell’Ue. L’esito della Conferenza influenzerà la campagna per l’elezione del presidente francese, tra aprile e maggio dell’anno prossimo.
A giudizio di Dastoli, le modalità di lavoro della Conferenza, l’organizzazione degli eventi ai livelli locale, regionale, nazionale ed europeo e le sessioni plenarie presentano tre rischi di manipolazione della democrazia partecipativa: occorre, dunque, evitare che il dialogo fra istituzioni e società civile resti nella ‘bolla’ di Bruxelles; occorre evitare di nazionalizzare il dibattito sul futuro dell’Europa; e occorre evitare di trasformare in una ‘lotteria’ la democrazia partecipativa (c’è il progetto di estrarre a sorte i cittadini da consultare).
Quanto alla sostanza dei temi in discussione nella Conferenza, la dichiarazione comune individua 11 obiettivi il cui conseguimento dovrebbe ridisegnare il futuro dell’Europa: la salute, nella scia della lotta alla pandemia; la lotta al cambiamento climatico; la difesa dell’ambiente; il rilancio dell’economia al servizio dei cittadini; l’equità sociale; la parità e la solidarietà intergenerazionale; la trasformazione digitale; l’Europa come attore planetario; la sicurezza; i diritti e lo Stato di diritto; i flussi migratori.
Il raggiungimento degli obiettivi – nota Dastoli – è funzione delle basi democratiche dell’Unione, del rafforzamento della governance, della trasparenza e di una riflessione sulle aree dove è interesse dei cittadini che l’Ue abbia competenza per agire.