HomeUsaUsa: impeachment II, Trump istigò l'assalto e lo guardò come uno show

Usa: impeachment II, Trump istigò l’assalto e lo guardò come uno show

Scritto per Il Fatto Quotidiano dell'11/02/2021

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“Stop the steal”, “Fight like hell”: le parole d’ordine impartite da Donald Trump ai suoi sostenitori il 6 gennaio, perché prendessero d’assalto il Campidoglio e impedissero la certificazione da parte del Congresso della vittoria di Joe Biden nelle elezioni presidenziali, sono risuonate ieri più volte nell’aula del Senato, dove l’accusa ha cominciato a presentare le sue argomentazioni nel processo d’impeachment contro il magnate.

Sono state mostrate immagini inedite del sistema di video-sorveglianza del Congresso sull’assalto degli esagitati, molti dei quali – rivela un’inchiesta del Washington Post – erano spiantati, senz’arte né parte. L’azione causò cinque vittime, fra cui un agente di polizia, centinaia di contusi, oltre 150 arresti.

Jamie Raskin, il deputato che guida il team d’accusa, ha avvertito che le immagini non erano adatte agli spettatori più giovani. Joe Neguse, stella nascente del partito democratico, ha definito Trump “l’istigatore in capo”. L’accusa vuole provare che l’insurrezione non è stata l’effetto di un comizio, ma il prodotto d’una strategia prolungata di accuse non sostanziate di frodi e di inviti alla violenza. E, una volta innescata la rabbia dei fan, Trump ne ha seguito in tv gli effetti “come fosse un reality show”, prima di invitarli – ore dopo – ad andare in casa “in pace”: “We love you”.

La costituzionalità del procedimento d’impeachment è stata acquisita martedì con 56 voti favorevoli e 44 contrari: sei repubblicani hanno votato con i democratici, uno più del previsto, il senatore John Cassidy, persuaso non dall’efficacia dell’accusa, ma dalla pochezza della difesa. Lo stesso Trump è furioso con i suoi avvocati, apparsi impreparati e confusionari.

L’accusa ha 16 ore per presentare le sue argomentazioni – otto ieri e otto oggi -, ma potrebbe non utilizzarle tutte. La difesa avrà pure due interi giorni a disposizione. Il verdetto potrebbe arrivare prima del previsto, alla metà della prossima settimana.

Il leader dei senatori repubblicani Mitch McConnell non avrebbe ancora deciso come votare, anche se s’è pronunciato contro la costituzionalità del processo: la scelta è “una questione di coscienza”, dice ai suoi colleghi. Pochi giorni dopo l’attacco al Congresso, McConnell aveva pubblicamente accusato Trump di averlo istigato, definendo prive di fondamento le sue accuse di brogli elettorali.

gp
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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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