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Usa: assalto al Congresso, i caporioni a processo

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 30/01/2021

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Gli ordigni rudimentali trovati nei pressi del Congresso dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio sarebbero stati piazzati la notte prima dell’attacco da sediziosi ‘pro Trump’: un video – un’esclusiva del Washington Post – mostra un sospetto sistemare bombe artigianali vicino alla sede del Comitato nazionale repubblicano.

Le immagini confermano l’ipotesi che l’assalto non sia stato improvvisato, ma sia stata premeditato e ben organizzato. Con i caporioni dell’azione, la giustizia sta facendo il suo corso: Richard Barnett, l’uomo fotografato stravaccato sulla sedia della speaker della Camera Nancy Pelosi e con i piedi sulla scrivania, resta in carcere in attesa di giudizio. Avrebbe anche sottratto una lettera della Pelosi.

Sono oltre 150 i facinorosi identificati e rinviati a giudizio per l’assalto del 6 gennaio. Proseguono pure le inchieste su ritardi e inadeguatezze delle misure di sicurezza messe in atto e delle richieste di rinforzi; e sulle collusioni con gli insorti di elementi delle forze dell’ordine e di esponenti del Congresso.

Invece, lo sciamano di QAnon Jacob Chansley, alias Jake Angeli, l’uomo con la pelliccia d’orso e l’elmo con le corna, anch’egli a giudizio come Barnett, si propone come teste a carico nel processo d’impeachment contro l’ex presidente Trump. Il suo avvocato, Albert Watkins, dice che Angeli, dopo essere stato “orrendamente innamorato” del magnate, se ne sente ora tradito: voleva essere incluso nelle misure di clemenza dell’ultimo giorno.

A Mar-a-lago, Trump stringe il morso ai repubblicani nel Congresso: con Kevin McCarthy, il leader del partito alla Camera, delinea una strategia per riconquistare la maggioranza al midterm nel 2022; e, ora, vuole ‘fare fuori’ Liz Cheney, la numero tre del gruppo, favorevole all’impeachment.

A The Guardian, l’ex spia russia Yuri Shvets conferma che già il Kgb sovietico, fin dagli Anni 80, considerava Trump “un proprio uomo”. Il presidente russo Vladimir Putin sembra però essersi già adattato al nuovo clima delle relazioni Usa-Russia e ha ieri esteso per cinque anni il New Start, l’accordo tra Mosca e Washington che limita gli armamenti nucleari strategici.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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