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Usa 2020: i decreti di Biden non bastano a cancellare i danni di Trump

Scritto per il blog de Il Fatto Quotidiano il 20/01/2021 https://www.ilfattoquotidiano.it/2021/01/20/inauguration-day-la-svolta-di-biden-non-basta-a-cancellare-i-danni-di-trump/6071787/ e, in versioni diverse, per La Voce e il Tempo uscita il 21/01/2021 in data 24/01/21 e per il Corriere di Saluzzo del 21/01/2021

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Joe Biden non aveva ancora prestato giuramento come 46° presidente degli Stati Uniti che s’era già attrezzato per liquidare l’eredità legislativa di Donald Trump: in realtà, poca cosa. A conti fatti, saranno bastati una decina di decreti, varati all’alba di una nuova era della politica statunitense, che assomiglia, nei volti – un po’ invecchiati -, nei toni, nei principi e negli obiettivi, all’America 2009 di Barack Obama. Il vice di allora promosso leader non ha il carisma del primo presidente nero, ma il richiamo all’unità del discorso d’insediamento ne riecheggia le parole.

Più difficile, per Biden, sarà liquidare l’eredità politica del magnate presidente, quel mix di odio, divisione, scorrettezza pubblica e personale, prosopopea e tracotanza di fronte alla legge che Trump ha esibito per tutto il suo mandato, fino all’apoteosi del 6 gennaio, quando incitò i suoi fan a dare l’assalto al Campidoglio, indicando senza prove i brogli come causa della sua sconfitta elettorale.

Nello strascico di risentimenti e frustrazioni lasciato da Trump, Biden, che a 78 anni è il presidente più anziano della storia Usa, ha dovuto rinunciare, per motivi di sicurezza, ad arrivare a Washington in treno da Wilmington, nel Delaware, per rievocare i suoi 36 anni vissuti da ‘senatore pendolare’: è stato il Secret Service a fargli cancellare il ‘viaggio amarcord’, mentre Guardia Nazionale e polizia trasformavano la capitale federale in una città militarizzata.

Trump, invece, se ne va letteralmente ‘in fanfara’: tappeto rosso e 21 colpi di cannone alla Andrews Air Base, prima di imbarcarsi per l’ultima volta sull’AirForceOne, destinazione Mar-a-lago, Florida – nella ‘sua’ New York, non ci vuole tornare e non ce lo vogliono -.

Prima di lasciare la Casa Bianca senza avere mai incontrato il suo successore, dopo l’Election Day del 3 novembre e senza averne mai riconosciuto la vittoria, ha tracciato, in un messaggio registrato lunedì e diffuso martedì, un bilancio del suo operato: “Abbiamo fatto quello che volevamo fare e molto di più … Abbiamo costruito la più grande economia nella storia del Mondo … Sono particolarmente orgoglioso di essere stato il primo presidente da molti decenni a non avere iniziato nuove guerre … Abbiamo realizzato la Operazione ‘Warp speed’ per lo sviluppo e la distribuzione del vaccino , un miracolo medico”.

Mentre Trump va e Biden arriva, l’epidemia da coronavirus è fuori controllo negli Stati Uniti: oggi, all’alba, il numero dei contagi nell’Unione superava i 24.250.000 e quello dei decessi era già oltre 400 mila. Il doppio delle 200 mila bandierine piantate sul Mall di Washington per ricordare, nell’Inauguration Day, gli americani che non possono assistervi.

Il più ricco e potente Paese al Mondo, con meno del 5% della popolazione mondiale, ha un quarto dei casi mondiali e un quinto delle morti: ieri sera, al loro arrivo a Washington, Binde e la sua vice Kamala Harris hanno reso omaggio alle vittime della pandemia con una fiaccolata intorno allo specchio d’acqua del Lincoln Memorial.

I progetti di Trump per il futuro sono fumosi – e subordinati all’esito del processo d’impeachment intentatogli dopo l’attacco al Congresso da lui innescato e che ha fatto cinque vittime -: restare immanente nella politica Usa, ricandidarsi nel 2024, fondare un nuovo partito, il ‘Patriot Party’, … Piani che richiedono impegno, costanza, importanti investimenti di tempo e denaro. Il magnate potrebbe disporre, per realizzarli, della squadra vincente di Usa 2016: ha infatti graziato tutti i suoi consiglieri e collaboratori finiti sotto gli strali della giustizia, anche quelli non ancora condannati, come il guru Steve Bannon, raggiunto in extremis – e contro la sua volontà – da un provvedimento di clemenza preventivo.

L’ultima raffica di grazie (73) e condoni (70) ha complessivamente toccato 143 persone, che vanno ad aggiungersi alle decine già sottratte alla giustizia, fra cui – del team 2016 – Paul Manafort, George Papadopoulos, l’amico Roger Stone, il generale Michael Flynn. Nell’ultima ondata, uomini d’affari come il finanziatore dei repubblicani Elliot Broidy, celebrità e socialites, politici e condannati per reati di droga non violenti, anche un cittadino italiano, l’imprenditore fiorentino Tommaso Buti. Non vi figurano, invece, come s’era ipotizzato, familiari del magnate, che ha pure rinunciato ad ‘auto-graziarsi’ – provvedimento probabilmente illegittimo -.

Firmando i decreti che annullano alcune delle decisioni più controverse di Trump, Biden intende imprimere una svolta alla lotta alla pandemia e alla crisi economica da essa generata, ma anche rottamare il più presto possibile l’eredità legislativa di quattro anni di trumpismo: via il divieto d’ingresso negli Usa da alcuni Paesi musulmani, via la misura che permette di separare le famiglie degli immigrati dal Messico; ritorno negli accordi di Parigi sulla lotta ai cambiamenti climatici e nell’Organizzazione mondiale della Sanità. Tra le disposizioni sul fronte della lotta alla pandemia, ci sarà l’obbligo di indossare la mascherina nelle proprietà federali e nei movimenti tra Stato e Stato dell’Unione. Finchè l’emergenza sanitaria non superata, ci sarà lo stop agli sfratti e lo slittamento dei pagamenti dei prestiti contratti dagli studenti universitari. E, ancora, stop alle esecuzioni federali (che Trump aveva ripristinato, dopo una lunga moratoria) e stop all’oleodotto Keystone, che Obama aveva già bloccato e Trump ri-autorizzato, e revoca del bando dei transgender nell’esercito.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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