Il morto c’è già scappato. Anzi, non uno solo: cinque, nell’assalto al Congresso di mercoledì. Ma la tensione innescata dal presidente uscente Donald Trump resta altissima. E i repubblicani che prendono le distanze dal magnate sono minacciati e contestati, mentre in tutta l’Unione proseguono gli arresti dei vandali che hanno occupato e devastato Camera e Senato. Riconosciuti nei filmati dai datori di lavoro, alcuni sono stati licenziati su due piedi.
Ieri, sono stati rinviati a giudizio Adam Johnson, l’uomo con i piedi sulla scrivania di Nancy Pelosi, accusato del furto del computer della speaker della Camera, e Jacob Jake Anthony Chansley Angeli, lo sciamano fan di Qanon che arringava giornalisti e intrusi di fronte e dentro il Congresso con l’elmo da Asterix e la faccia dipinta.
Sui social è febbrile l’organizzazione del prossimo appuntamento pro-Trump e anti-establishment, davanti al Congresso, domenica 17, tre giorni prima dell’insediamento di Joe Biden, in una Washington che a quel punto sarà già stata abbandonata da Trump. S’ipotizza che il presidente il 19 vada a Mar-a-Lago, Florida, e annunci un’ondata di grazie da parte di Trump, incluse quelle per i figli e forse per se stesso.
L’ultima a schierarsi contro il presidente sobillatore è la senatrice dell’Alaska Lisa Murkowski: dovrebbe “dimettersi immediatamente, ha già causato abbastanza danni”, dice in un’intervista. Minacce fisiche toccano al senatore repubblicano Lindsay Graham, già fedelissimo di Trump, insultato in aeroporto a Washington da ultras trumpiani. Era pure accaduto a Mitt Romney, capofila degli anti-Trump, in un aeroporto dello Utah e poi sul volo che lo portava a Washington.
La Murkowski è la prima fra i senatori repubblicani a chiedere l’uscita di scena subito di Trump, mentre i democratici lavorano a una procedura d’impeachment, che Biden non avalla per evitare d’inasprire le contrapposizioni. Tramontata l’ipotesi di un ricorso al XXV Emendamento.
Lo staff della Casa Bianca e i senatori repubblicani, tramite il loro leader Mitch McConnell, hanno già ricevuto istruzioni su come comportarsi, se davvero i democratici della Camera sapranno costruire un caso, basato su un capo d’accusa solo, “istigazione all’insurrezione”, entro il 19, quando il Senato, cui spetterebbe ‘processare’ il presidente, tornerà a riunirsi.
Trump non capisce le accuse che gli sono mosse: “Non ha alcuna intenzione di dimettersi, perché non ritiene di avere fatto nulla di sbagliato”, trapela dalla Casa Bianca. Durante gli scontri, Trump s’aggirava soddisfatto per la Casa Bianca senza capire perché nessuno esultasse con lui per quanto accadeva, mentre la moglie Melania si preoccupava di un servizio fotografico sugli arredi interni e la figlia Ivanka cercava, senza successo, di ricondurlo alla realtà. Durante l’assalto, Trump, aiutato da Rudolph Giuliani, avrebbe cercato al telefono senatori repubblicani, per indurli a capovolgere l’esito del voto. E s’è saputo di altri tentativi, nei giorni scorsi, per indurre le autorità della Georgia a cambiare i risultati.