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Usa 2020: impeachment o XXV emendamento, come liberarsi di Trump

Scritto per Il Fatto Quotidiano dello 09/01/2021

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Il 20 gennaio, gli Usa avranno un nuovo presidente, Joe Biden, e una nuova Amministrazione. Ormai lo ammette persino Donald Trump, che però fa sapere che lui non andrà alla cerimonia d’insediamento del rivale, di cui continua a non riconoscere la vittoria. E’, invece, pronto a esserci Mike Pence, se gli arriva l’invito: il presidente e il suo vice non si parlano, dopo che Pence ha formalmente proclamato Biden eletto nella plenaria del Congresso all’alba di giovedì.

Il presidente sobillatore rinuncia al week-end a Camp David: vuole stare alla Casa Bianca e badare a che non lo facciano fuori con il XXV emendamento alla Costituzione statunitense. Corre, però, pochi rischi: Biden è infatti contrario a iniziative d’impeachment o per rimuoverlo.

In un video, Trump, che resta bandito da Facebook, ma ritrova l’account Twitter, si dice shockato dalla violenza in Campidoglio, lancia un appello alla riconciliazione ed afferma che suo obiettivo ora “è assicurare una transizione dei poteri tranquilla e ordinata”. Chiede, dunque, al suo staff di nomina politica di dimettersi entro il 20 gennaio.

“E’ tempo di raffreddare gli animi e di ripristinare la calma – dice il presidente ‘faccia di bronzo’ -. Bisogna tornare alla normalità dell’America”. E, rivolto ai protagonisti degli incidenti da lui aizzati, dice: “Voi non rappresentate il nostro Paese … Chi ha infranto la legge pagherà”. Appena 24 ore prima li aveva definiti, nonostante tutto, “brave persone” e aveva loro detto “vi voglio bene”.

L’esodo di funzionari e politici dalla Casa Bianca e dalla squadra di governo di Trump s’ingrossa: oltre al ministro dei Trasporti Elaine Chao, se ne va quello dell’Istruzione Betsy DeVos. E pure l’avvocato della Casa Bianca Pat Cipollone pensa di mollare, mentre l’ex segretario alla Giustizia William Barr, già eclissatosi, dice: “Trump ha tradito la sua missione”.

Ma la galassia che sostiene Trump, ‘rednecks’ e suprematisti, fondamentalisti e anti-governo, non è d’accordo: sui social, circolano versioni ‘assolutorie’ del presidente e dei . Ad alzare l’asta, ormai, resta solo l’arci-nemica di Trump, la speaker della Camera, Nancy Pelosi, che, col blando sostegno del leader dei democratici al Senato Chuck Schumer, annuncia l’impeachment se Trump non si dimetterà “immediatamente”. La Pelosi paventa che il magnate con i codici nucleari possa combinare altri guai.

Minaccia spuntata, perché di qui al 20 gennaio il tempo per l’impeachment non c’è. Alle dimissioni, con il passaggio dei poteri a Pence, Trump potrebbe pensare solo se gliene venisse una grazia presidenziale preventiva, per metterlo al riparo dagli strali della giustizia a fine mandato: difficile che accada. In alternativa, starebbe pensando di trasferirsi all’estero prima che Biden giuri: la Scozia era un’ipotesi, ma la premier Nicola Sturgeon non ce lo vuole.

S’è intanto aggravato il bilancio degli incidenti: cinque i morti nella presa del Campidoglio da parte dei facinorosi. Un agente della polizia del Congresso è deceduto per le ferite subite: Brian Sicknick, 40 anni, in servizio da 12, “era stato ferito mentre si opponeva fisicamente ai manifestanti – si legge in una nota -. Tornato in caserma è crollato. Portato in ospedale è morto”. Inchieste sono in corso sull’accaduto e sulle circostanze delle morti di Sicknick e di Ashli Babbit, la donna di San Diego, una veterana dell’aeronautica di 35 anni, raggiunta dai colpi dell’arma di un agente.

Gli altri tre sostenitori di Trump deceduti sono Rosanne Boyland, 34 anni, di Kennesaw (Georgia), Kevin Greeson, 55, di Athens (Alabama) e Benjamin Phillips, 50, di Ri (Pennsylvania). Per i loro compagni, sono “eroi”, specie Ashli, la prima martire d’una rivoluzione appena incominciata.

Ci s’interroga sull’atteggiamento morbido, se non compiacente, e comunque inadeguato, delle forze dell’ordine; e il capo della polizia del Congresso, Steven A. Sund, annuncia le dimissioni, come chiesto dalla Pelosi. Biden giudica “inaccettabile” il diverso trattamento riservato ai manifestanti di Black Lives Matter e ai sostenitori di Trump, “terroristi domestici”.

E di fronte a nuovi picchi della pandemia, che registra il record di oltre 4.000 morti da coronavirus in 24 ore, Biden annuncia che utilizzerà tutti i vaccini disponibili per accelerare le immunizzazioni, a costo di restare a corto di seconde dosi. Secondo i dati della Johns Hopkins University, alle 12.00 di ieri sulla East Coast i contagi nell’Unione superavano i 21.670.000 e i decessi erano quasi 366.700: un americano su 15 ha contratto il virus e più di uno su mille ne è morto

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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