Tra Donald Trump e Joe Biden, è una sfida senza fine: prima della plenaria del Congresso il 6, domani, i due si daranno battaglia a distanza in Georgia, tenendo comizi la vigilia dei ballottaggi che il 5 decideranno la maggioranza in Senato. Il magnate presidente sarà a Dalton per i senatori uscenti Kelly Loeffler e David Perdue – costretto alla quarantena -; Biden ad Atlanta per i loro rivali Jon Ossoff e Raphael Warnock. E Trump mette le mani avanti, definendo a priori i ballottaggi “truccati” e “illegali”.
Ma Trump, più che ai ballottaggi del 5 in Georgia, guarda alla sessione plenaria del Congresso che il 6 dovrà ratificare la vittoria di Biden nelle presidenziali. Esaurite le istanze legali, resta la via d’un colpo di mano politico. Un giudice federale del Texas ha respinto l’azione avviata dal deputato Louie Gohmert e da altri suoi colleghi repubblicani perché il vice-presidente Mike Pence rovesci l’esito del voto, quando, mercoledì, presiederà la plenaria.
Lo stesso Pence si era opposto all’istanza. La Cnn conta un paio di senatori – uno, Josh Hawley, è già uscito allo scoperto – e circa 140 deputati intenzionati a contestare l’esito delle presidenziali. Trump stesso avrebbe sollecitato in tal senso il suo vice.
Il partito del presidente è diviso e rischia la lacerazione. Il leader dei senatori Mitch McConnell scoraggia i colleghi dal contestare l’esito delle urne. Rientrato in anticipo dalla Florida il 31/12, Trump assicura che “un’enorme quantità di prove sarà presentata il 6 gennaio” sulle presunte frodi; e scrive “Abbiamo vinto!”. Il presidente continua a promuovere per quel giorno una manifestazione di protesta con lo slogan “Stop the steal!”.
Nel giorno di Capodanno, il Congresso ha inflitto un’umiliazione senza precedenti a Trump annullando per la prima volta un suo veto, quello sulla legge da 741 miliardi di dollari per la difesa. Dopo la Camera, anche il Senato ha ri-approvato il provvedimento con oltre due terzi dei voti: quindi, ora il testo è legge.
Con un’altra mossa non gradita al presidente, McConnell ha, almeno per ora, accantonato un voto sull’aumento da 600 a 2000 dollari del sussidio ‘ex pandemia’ ai cittadini al di sotto di un certo reddito: l’aumento, chiesto da Trump, è condiviso dai democratici, ma non dai repubblicani.