Joe Biden procede a ritmo serrato a riempire i ranghi della sua Amministrazione, ma non ha ancora scelto il segretario alla Giustizia. A questo punto, ha un motivo in più per ponderare bene la scelta: il nuovo ‘attorney general’ degli Stati Uniti potrà, infatti, avere un ruolo nella vicenda di suo figlio, Hunter, che è oggetto d’un’indagine fiscale in Delaware, dove vive anche il padre, per oltre 30 anni senatore dello Stato.
E’ stato Hunter a dare la notizia, dichiarandosi fiducioso di uscirne ‘pulito’. Ma i repubblicani sono già partiti all’attacco: il deputato Ken Buck chiede la nomina di un procuratore speciale, per evitare che l’inchiesta finisca sotto la competenza del ministro della Giustizia di Biden, che sarebbe incerto tra Sally Yates, già vice di Loretta Lynch, e Lisa Monaco, già zarina dell’anti-terrorismo – sempre con Barack Obama -. Ieri, Biden ha riempito nuove caselle del suo team, fra l’altro affidando a sorpresa a Susan Rice la guida del Consiglio di Politica interna della Casa Bianca.
Donald Trump ritwitta un commento online: “Il 10% degli elettori avrebbe cambiato il proprio voto se avessero saputo” dell’inchiesta su Hunter. Salvo aggiungere: “Ma abbiamo vinto lo stesso”. Invece, Joe Biden reagisce da papà: fa sapere “d’essere profondamente orgoglioso di suo figlio, che ha combattuto sfide difficili”.
In campagna elettorale, Trump aveva accusato la famiglia Biden di essere “un’impresa criminale”, citando gli affari di Hunter in Ucraina e in Cina quando il padre era il vice-presidente di Obama. L’attenzione era soprattutto puntata sulla sua nomina nel board della società energetica ucraina Burisma a 50 mila dollari al mese. L’indagine del Delaware pare però concentrarsi più sugli affari di Hunter in Cina; e non è chiaro se l’inchiesta tenga o meno conto dei contenuti di un misterioso laptop, forse di Hunter, trovato in Delaware e utilizzato dalla campagna di Trump per alimentare sospetti sul figlio dell’allora candidato democratico.
Hunter, 50 anni, socio fondatore d’una società d’investimenti e consulenza, ha un passato personale e coniugale travagliato, lottando a lungo contro alcol e droga. Il padre l’ha sempre difeso ed è molto legato a lui, dopo la morte nel 2015 dell’altro figlio Beau.
Ma l’attenzione di Trump, in questo momento, è soprattutto puntata sulla Corte Suprema, che deve pronunciarsi sul ricorso del Texas, che vuole ‘congelare’ la vittoria di Biden, invalidando i risultati in quattro Stati: almeno 17 Stati si sono già uniti – scrive il magnate su Twitter -. “all’azione legale straordinaria contro la più grande frode elettorale nella storia degli Stati Uniti”.
Il team di legali di Trump vuole inserirsi nel ricorso del Texas, che contesta i risultati di Georgia, Michigan, Pennsylvania e Wisconsin – tutti Stati vinti da Biden -: il ricorso punta a ‘congelarne’ i 62 voti nel Collegio elettorale ed a rinviare la riunione di lunedì 14 in cui il Collegio elettorale deve formalmente eleggere il presidente.