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Il Settimanale 2020 – Covid, la ricaduta 4: barlumi di speranza dall’emergenza

Scritto per Il Settimanale del Corso di giornalismo internazionale 2020 Coris - numero 4 dello 07/12/2020

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Barlumi di speranza nel Settimanale da un Mondo in emergenza per la pandemia di coronavirus: che siano il vaccino in arrivo in Europa e un po’ ovunque; o la capacità delle società di inventarsi riti consolatori – il muro di Lima o la musica in Libano o il diario del giornalista in isolamento in Cina – o alternativi – lo Zoomsgiving negli Usa -; oppure quella degli individui di  contrastare le avversità, come mostrano le storie di Anita a Torino e di Nice a Nairobi. Tutti questi segnali contrastano con le immagini di chiusura e negazionismo da Paesi come la Corea del Nord e il Turkmenistan.

C’è tutto questo e molto di più nel quarto e ultimo numero dell’edizione autunnale Covid, la Ricaduta de Il Settimanale 2020, che, sotto molti aspetti, è un seguito che non avremmo mai voluto vivere dell’edizione primaverile ‘La Fase 2’.

La redazione di questa edizione de Il Settimanale 2020 è la classe di Giornalismo internazionale del corso di laurea magistrale in Media, comunicazione digitale e giornalismo, indirizzo giornalismo, del Dipartimento di Comunicazione e Ricerca sociale (Coris) dell’Università La Sapienza. La redazione de ‘La Fase 2’ era stata la classe di Agenzie e Nuovi Media del corso di laurea magistrale in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere e Filosofia dell’Università La Sapienza.

Sotto il segno del giornalismo internazionale, ogni numero de ‘la Ricaduta’ ha analizzato l’evolvere della situazione e ha trattato aspetti specifici, vicende particolari, dell’Italia raccontata dagli altri, dell’Ue intesa come entità e degli altri Paesi europei, degli Stati Uniti e dell’America Latina, del Medio Oriente e dell’Africa, dell’Asia centrale e dell’Estremo Oriente, con il corredo volta a volta di un’intervista. Di ogni numero, i tratti caratteristici sono stati l’inquadramento della situazione (1), le storie (2), i drammi (3), la speranza (4).

Gli anni accademici 2019-’20 e 2020/’21 sono stati segnati, come ogni aspetto delle nostre vite, dall’emergenza pandemia: studenti e docenti hanno dovuto abbandonare aule e istituti e imparare meccanismi e dinamiche delle lezioni ‘a remoto’, i soliti riti sono stati sostituiti da nuove liturgie.

Tutto è accaduto molto in fretta: gli allarmi di gennaio e il virus fra noi a febbraio; il confinamento e il mantra dell’#iorestoacasa a marzo e ad aprile; la Fase 2 a maggio e giugno; l’intempestivo e irresponsabile ‘liberi tutti’ estivo; il ritorno a scuola con il mantra opposto del #tuttiinclasse che l’Università non ha quasi potuto sperimentare, subito costretta a tornare alla didattica a distanza.

Il Settimanale è un esercizio didattico, ma vuole pure essere una palestra pre-professionale e riesce talora a offrire spunti informativi sugli eventi trattati o letture originali sui temi affrontati. Non c’è pretesa di completezza, ma c’è desiderio di precisione, cura, attenzione e ansia di migliorare, settimana dopo settimana.

Esercitazioni analoghe erano state condotte negli anni accademici 2017/’18 e 2018/’19, sempre dalle classi di Agenzie e Nuovi Media del corso di laurea magistrale in Editoria e Scrittura della Facoltà di Lettere e Filosofia.

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gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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