Il distanziamento sociale non frena la voglia di interazione. In Medio Oriente il lockdown da coronavirus ha accelerato il processo di condivisione virtuale (soprattutto di musica) e la crescita di nuovi network radiofonici. A Beirut, come si apprende dalla testata New Arab, mentre lo stato libanese iniziava a imporre la necessità del distanziamento sociale, è nata Radio Yamakan. L’emittente, lanciata dal progettista informatico Majd al-Shihabi, ospita diversi generi di musica provenienti da tutto il Medio Oriente.
L’ideatore, rifugiato palestinese di terza generazione, è stato ispirato da Radio al Hai, un’emittente lanciata nel marzo scorso per riempire a Beirut il vuoto di spazi fisici dedicati alle esibizioni musicali. Attraverso la radio sono infatti superate le frontiere e gli artisti possono entrare in contatto diretto con migliaia di persone.
Una tempesta creativa che, in Medio Oriente, avrà ispirato anche Imane Kaddo, informatico a capo del team che ha creato l’app OnKhair. Lo strumento, come illustrato da New Arab, ha permesso a milioni di musulmani in tutto il mondo di poter fruire in diretta streaming delle funzioni religiose trasmesse da organizzazioni islamiche in tempi di pandemia. “Non possiamo andare alle nostre masjids (moschee), ma possiamo imparare da casa e connetterci con altre persone da remoto – ha affermato Imane Kaddo – con gli spettatori che utilizzano le chat dal vivo per interagire e porre domande all’Imam”.
Il Medio Oriente partecipa, inoltre, attivamente alla corsa globale per il vaccino contro il covid-19. Grazie all’ausilio di alcune aziende farmaceutiche del territorio, riporta Tehran Times, l’Iran sarà presto riconosciuto come uno dei Paesi leader nello sviluppo della cura. Il vaccino ha superato con successo la prima e la seconda fase e sta attraversando la terza. “Siamo rimasti tutti sorpresi nell’apprendere dei risultati scientifici dei ricercatori iraniani – afferma Ahmad al Manzari, direttore regionale dell’Oms -: il metodo utilizzato, basato sulle cellule staminali, rappresenta un unicum nella lotta al coronavirus e mi auguro raggiunga presto la fase di sperimentazione”.
Ma se l’Iran rappresenta l’epicentro della ricerca scientifica contro la pandemia nei paesi del Medio Oriente, l’Afghanistan si trova a fare i conti con un sistema sanitario messo a dura prova dall’aumento dei contagi. Il quotidiano dell’emirato di Dubai, Gulf News, annuncia come a Kabul, epicentro di conflitti decennali, sia venuto in soccorso il vicino Pakistan. Il governo di Islamabad ha infatti donato un impianto di generazione dell’ossigeno per facilitare il trattamento dei pazienti gravemente malati di covid-19. L’apparato fornirà ossigeno per 1200 ventilatori polmonari.
Il Pakistan ha inoltre promesso un miliardo di dollari di assistenza all’Afghanistan, oltre a 50mila dispositivi di protezione individuale per sostenere i sanitari afghani in prima linea. Musica, tecnologia e sostegno umanitario rappresentano, dunque, nella culla della civiltà, le risposte terapeutiche all’ansia e all’isolamento prodotti dalla pandemia.
All Coris News, Niccolò Bambini, Sandro Caramazza, Michele Di Vincenzo, Lisa Giffoni, Giovanni Lupis, Matteo Maiorano