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Usa 2020: nomine e tacchini, Trump forse va, Biden di sicuro arriva

Scritti per Il Fatto Quotidiano del del 23-24-27-28/11/2020

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28/11/2020 Trump, la carta disperata dei Grandi Elettori – In 244 anni di storia degli Stati Uniti, non è mai accaduto che un’elezione presidenziale sia stata decisa dal voto malandrino di un Grande Elettore che abbia violato il proprio mandato: solo 165 Grandi Elettori su 23.529, lo 0,7%, hanno votato per un candidato diverso da quello che avevano mandato di scegliere – e 71 di questi perché il loro candidato era nel frattempo deceduto -.

Ma Donald Trump non ha ancora abdicato alla speranza di rovesciare l’esito maturato nelle urne, cioè la vittoria di Joe Biden, quando il Collegio Elettorale dei Grandi Elettori si riunirà: l’8 dicembre separatamente nei singoli Stati e poi il 14 dicembre tutti insieme.

Giovedì, il magnate ormai presidente uscente s’è impegnato a lasciare la Casa Bianca, se il successo di Biden sarà certificato dal Collegio Elettorale. Poi, quasi pentito, ha innescato la retromarcia: impossibile ammettere la sconfitta, perché le “elezioni sono state una frode”; anzi, bisogna “ribaltare il risultato”. Ma un giudice federale in Pennsylvania respinge la sua richiesta di bloccare la certificazione del voto.

Su Twitter contesta il record di voti di Biden e rilanciato la tesi dei brogli “E’ impossibile che Biden abbia avuto 80 milioni di voti!!! Sono elezioni truccate al 100%”. Una prova? “Il discorso di Biden per il Thanksgiving ha ottenuto solo 1000 visualizzazioni online, un minimo storico. Un candidato con 80 milioni di voti otterrebbe molte più visualizzazioni online. I numeri non mentono”. E ancora: “Biden può entrare alla Casa Bianca come presidente solo se dimostra che i suoi ridicoli 80 milioni di voti non sono stati ottenuti in modo fraudolento o illegale … Biden ha un problema irrisolvibile”: cioè, non è lui a dovere dimostrare che c’è stata frode, ma Biden a dovere provare che non c’è stata.

Dalla prossima settimana, il presidente uscente tornerà a fare campagna elettorale, in Georgia, dove sosterrà i due candidati repubblicani in lizza nei ballottaggi del 5 gennaio, il cui esito è decisivo per il controllo del Senato – attualmente, i senatori repubblicani eletti sono 50 e i democratici 48 -.

Trump ha pure rilanciato gli attacchi ai social network come Twitter in particolare e Facebook che, a suo giudizio, discriminano i conservatori: vuole abolire la norma che tutela l’immunità dei giganti del web per i contenuti di terzi, sostenendo che il loro comportamento “è da Paesi comunisti”.
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27/11/2020 Biden, presto i primi briefing, ma Trump recalcitra – Il presidente eletto Joe Biden avrà la prossima settimana il suo primo briefing d’intelligence, dopo essere già stato aggiornato sulla risposta in atto alla pandemia, compresa la Operation Warp Speed (una formula da StarTrek) sulla distribuzione dei vaccini. E’ il segno che il processo di transizione s’è davvero messo in moto: secondo la Cnn, Biden dovrà presto decidere se confermare la stretta alla circolazione delle informazioni riservate imposta dall’Amministrazione Trump o se allentarla. E’ probabile che, almeno all’inizio, tutto resti com’è.

Sempre la prossima settimana, Biden annuncerà la sua squadra economica – largamente anticipata la nomina al Tesoro dell’ex presidente della Fed Janet Yellen -.

Donald Trump, però, non desiste, nonostante la transizione in atto. Chiosando un sondaggio per cui la maggioranza dei repubblicani lo rivoterebbe nel 2024, avverte che “il 2020 non è mica finito!”. E al telefono con i senatori della Pennsylvania, dice: “Dobbiamo ribaltare l’esito delle elezioni”. Poi contesta il record di voti di Biden e rilancia òa tesi dei brogli “E’ impossibile che Biden abbia avuto 80 milioni di voti!!! Sono state elezioni truccate al 100%”.

Secondo la Cbs, il candidato democratico ha superato gli 80 milioni di voti – la conta non è però finita -: un record assoluto per un candidato alla presidenza degli Stati Uniti. Con quasi 74 milioni di suffragi, Trump è il secondo più votato di tutti i tempi. Entrambi superano Barack Obama, che nel 2008 ebbe 69,5 milioni di voti. Quest’anno hanno votato 159 milioni di americani, il 66,7% degli aventi diritto: un’affluenza che non si registrava dal 1900.

Ieri, era Thanksgiving, la festa delle riunioni familiari negli Stati Uniti, quest’anno scoraggiate, causa pandemia da coronavirus – ma decine di milioni si sono ugualmente spostati -: Trump con Melania alla Casa Bianca; Biden con Jill a casa loro, a Wilmington, nel Delaware (“Il piccolo atto di stare a casa è un dono per i nostri concittadini americani”, ha twittato ‘Uncle Joe’).

Alla vigilia della ricorrenza, Biden aveva pronunciato un sobrio discorso, ricordando agli americani che “siamo in guerra contro il coronavirus, non l’uno con altro” e chiedendo perseveranza nel contrasto alla pandemia. Il virus corre: ogni giorno, sta facendo oltre 2000 morti e quasi 200 mila nuovi casi. Secondo la John’s Hopkins University, i contagi nell’Unione, alle 18.00 di ieri sulla East Coast, erano complessivamente oltre 12.831.000 e i decessi quasi 263.000.
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24/11/2020 Biden, prime nomine, tante donne per esteri e intelligence – Una squadra di politica estera che consenta agli Stati Uniti di riprendersi “il loro posto a capo tavola del Mondo”: così Joe Biden, presidente eletto, presenta le prime nomine della sua Amministrazione. “Non abbiamo tempo da perdere quando si tratta della sicurezza nazionale e della politica estera: ho bisogno di un team pronto sin dal primo giorno”: per questo, ha scelto – dice – persone esperte, ma anche “innovative e fantasiose”.

Biden ha anticipato d’un giorno gli annunci previsti oggi: Anthony Blinken sarà segretario di Stato, Jake Sullivan consigliere per la Sicurezza nazionale e Linda Thomas-Greenfield rappresentante degli Usa all’Onu. L’ex segretario di Stato John Kerry sarà inviato speciale del presidente sul clima e siederà nel consiglio per la Sicurezza nazionale – a sottolineare l’importanza data al suo ruolo -.

Avril Haines, ex vice-direttrice della Cia ed ex vice-consigliera per la Sicurezza nazionale, sarà capo della National Intelligence, prima donna a guidare gli 007 statunitensi. Alejandro Mayorkas sarà responsabile del Dipartimento per la Sicurezza interna, una sorta di Ministero dell’Interno: ne era già stato il ‘numero due’ nell’Amministrazione Obama: è il primo ispanico e il primo immigrato in quel ruolo.

Sono tutte persone con cui Biden ha già lavorato, negli otto anni da vice di Barack Obama e durante la campagna.

Blinken, 58 anni, avrà il compito di riposizionare e rilanciare gli Stati Uniti sulla scena mondiale: iniziò la carriera diplomatica durante l’Amministrazione Clinton. Laureato ad Harvard, Blinken fa politica dalla fine degli Anni 80, quando contribuì alla campagna elettorale di Michael Dukakis. Nella campagna di Biden, ha avuto un ruolo di primo piano, sempre accanto al presidente ora eletto in tutte le decisioni più importanti.

E’ uomo colto, cresciuto con la madre a Parigi – c’è chi lo definisce “francofilo” – in una casa frequentata da artisti e intellettuali. Ha una band musicale chiamata ‘Ablinken’, che lui stesso suggerisce di seguire su Spotify nel suo account Twitter. Lui canta e suona la chitarra elettrica, registrando musica originale, con citazioni del rock classico Anni 70 e del R&B.

Biden assume e Donald Trump licenzia: il suo staff legale ha scaricato Sidney Powell, l’avvocatessa della teoria del complotto secondo cui l’ex leader venezuelano Hugo Chavez, morto nel 2013, sarebbe stato il grande vecchio dei brogli di Usa 2020.
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23/11/2020 Trump trova un alleato, Putin, sempre il solito – Ultras del magnate a parte, c’è almeno un’altra persona al Mondo, oltre al presidente brasiliano Jair Messias Bolsonaro, non ancora sicura che Joe Biden abbia vinto le elezioni Usa: è Vladimir Putin. Interfax riferisce che il presidente russo, a margine di un Vertice del G20 virtuale, ha ieri detto: “La Russia è pronta a lavorare con il presidente in cui il popolo americano ha riposto la sua fiducia” e “rispetta sia Trump che Biden”, ma “per congratularsi aspetta che gli americani risolvano i loro problemi politici interni”.

C’era un pizzico d’ironia, nella frase di Putin: lui in Russia problemi del genere non ne ha mai avuti. Del resto, pure la Cina ci ha messo un po’ a prendere atto dell’esito delle presidenziali statunitensi, uscendo dal riserbo solo quando il risultato, in termini di Grandi Elettori, è stato chiaro: 306 a Biden e 232 a Trump.

Trump, al G20, s’è comportato come se lui dovesse essere in carica per i prossimi anni, salvo mollare le riunioni a metà sia sabato che ieri per andare a giocare a golf. Ma anche altri leader, compreso Putin, se ne sono andati prima che il re saudita Salman chiudesse i lavori del Vertice, passando le consegne della presidenza di turno all’Italia, che gestirà il G20 2021 – che sia reale o virtuale -.

Il magnate presidente ha portato al G20 la sua battaglia elettorale: mentre seguiva i lavori, twittava “Mostreremo brogli ampi e senza precedenti”, riferendosi al voto negli Usa. Nei suoi interventi, s’è auto-elogiato sia sul fronte pandemia che su quello clima, difendendo la decisione di abbandonare gli accordi di Parigi perché “ingiusti”. Le conclusioni del Vertice sulla pandemia e sul contrasto all’impatto economico e alle crescenti disparità sono abbastanza generiche da accontentare tutti.

Ma l’attenzione di Trump è focalizzata sul ‘dopo voto’. La sua campagna ha finora incassato solo sconfitte nelle aule di giustizia: ultimo in ordine di tempo, un giudice federale della Pennsylvania boccia la richiesta di sospendere la certificazione del risultati nello Stato. Ma i legali del magnate preannunciano appello: una tappa sul percorso che potrebbe condurre alla Corte Suprema, prima dello Stato, poi dell’Unione; e, intanto, chiedono un ulteriore riconteggio in Georgia.

Nonostante i rovesci, il magnate si interroga su Twitter: “Perché Biden sta rapidamente formando” il suo team?, “quando i miei investigatori hanno trovato centinaia di migliaia di voti illegali” che basterebbero a ribaltare “il risultato in almeno quattro Stati” e quindi l’esito delle elezioni. Secondo il Washington Post, Trump potrebbe annunciare entro fine anno una sua candidatura per Usa 2024: intende restare una “forza onnipresente” in politica e nei media.

Fra i repubblicani, c’è chi è insofferente all’ostinazione del presidente a contestare l’esito del voto. E il magnate polemizza con la deputata del Wyoming Liz Cheney, figlia dell’ex vice-presidente Dick Cheney, che dice: “Se Trump non può provare le accuse di brogli, allora rispetti il giuramento di preservare, proteggere e difendere la Costituzione e il processo elettorale”.

Biden annuncerà domani i primi nomi della sua squadra a livello ministeriale: il segretario di Stato o quello al Tesoro o entrambi – li avrebbe già scelti, secondo indiscrezioni della scorsa settimana -.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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