HomeUSA 2020Usa 2020: grazia, Trump ha la tentazione di auto-assolversi

Usa 2020: grazia, Trump ha la tentazione di auto-assolversi

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 27/11/2020

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Donald Trump ha sempre il colpo a sorpresa in canna: dopo quella – rituale – del tacchino Corn, ecco, in coincidenza con il Thanksgiving, la grazia per il generale Michael Flynn, l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale coinvolto nel Russiagate e reo confesso di avere mentito all’Fbi. E non finisce qui: altri perdoni e condoni sono attesi nelle prossime sette settimane, di qui al 20 gennaio, l’Inauguration Day di Joe Biden.

La ciliegia sulla torta d’una presidenza ‘eversiva’, per il mancato rispetto delle regole istituzionali, sarebbe la grazia a se stesso, per porsi al riparo dagli strali della giustizia una volta senza lo scudo dei privilegi del potere esecutivo – i procedimenti giudiziari già avviati nei suoi confronti sono numerosi -. Ma la strada per arrivarci è lunga e complicata. E potrebbe persino non valere la pena percorrerla.

Mettiamo ordine, cominciando con il dire che grazie e condoni a fine mandato sono prassi consueta, utilizzando un potere previsto dalla Costituzione statunitense: non sono cioè un’iniziativa di Trump. Ne diedero, facendo pure discutere, Barack Obama e Bill Clinton, i Bush e tutti i loro predecessori. Il caso più clamoroso fu il perdono di Richard Nixon concesso dal suo successore Gerald Ford poco dopo che il presidente del Watergate s’era dimesso fra la riprovazione generale.

Ford divenne presidente il 9 agosto 1974, il primo e finora unico presidente mai eletto – era stato cooptato alla vice-presidenza come speaker della Camera da Nixon, dopo le dimissioni, un po’ forzate, del suo vice Spiro Agnew, implicato in uno scandalo che, nelle intenzioni del presidente, doveva oscurare il Watergate.

Circa un mese dopo avere assunto l’incarico, senza neppure aspettare Thanksgiving, Ford concesse il “perdono presidenziale” a Nixon, cancellando ogni addebito penale per quanto d’illegale l’ex presidente potesse avere commesso: un provvedimento molto discusso, tanto che Ford è ricordato come “the man who pardoned Nixon”, ossia l’uomo che graziò Nixon, oltre che come “l’uomo che non sapeva scendere la scaletta dell’aereo e masticare una gomma contemporaneamente”. Ford motivò la grazia con il fatto che Nixon era stato ormai estromesso dal potere e che sarebbe stato inutilmente lacerante per il Paese affrontare anni di diatribe.

La notizia su Twitter della grazia a Flynn è giunta la vigilia di Thanksgiving: “E’ mio grande onore annunciare che al generale Michael Flynn è stato garantito il completo perdono”, ha scritto Trump. “Congratulazioni a lui e alla sua meravigliosa famiglia. Ora so che avrete un Thanksgiving davvero fantastico!”, ha aggiunto.

Trump ha finora concesso 28 grazie, o perdoni, che estinguono i reati commessi, e 16 commutazioni della pena, che riducono la condanna – per fare un confronto, Obama, il presidente più ‘generoso’, ne concesse circa 1.500 in due mandati, spesso scarcerando gente che stava per morire in prigione -. Flynn è l’unico consigliere della Casa Bianca condannato nell’ambito dell’indagine sul Russiagate condotta dal consigliere speciale Robert Mueller.

Flynn aveva successivamente ritrattato le sue ammissioni e il Dipartimento della Giustizia stava ora cercando di farne chiudere l’istruttoria con un ‘non luogo a procedere’, ma l’istanza era al vaglio d’un giudice federale. La grazia ora concessagli conferma il totale appoggio del magnate presidente al generale in congedo cacciato dalla Casa Bianca nel febbraio 2017, appena 22 giorni dopo l’entrata in carica; essa rappresenta altresì un’ultima salva contro l’inchiesta Russiagate sui contatti tra la sua campagna ed emissari russi che aveva gettato un’ombra sulla prima metà del suo mandato.

Per i media Usa, la lista di possibili beneficiari del perdono presidenziale comprende Paul Manafort, ex capo della campagna di Trump, condannato a sette anni e mezzo di per ostruzione della giustizia e violazione di leggi finanziarie e sull’attività di lobby, il suo ex vice Rick Gates e l’ex consigliere della campagna George Papadopoulos, entrambi condannati nel Russiagate. E c’è pure l’ex stratega della Casa Bianca Steve Bannon, incriminato in agosto per truffa: raccoglieva fondi per il muro lungo il confine col Messico e li spendeva per sè.

Di sicuro non l’avrà Michael Cohen, l’avvocato paraninfo che pagava in nero le prestazioni, ma soprattutto il silenzio, delle amichette di Trump pornostar e conigliette: Cohen è finito in carcere, e ne è già uscito, ma s’è messo di traverso al magnate presidente, pubblicando un libro velenoso, ‘Disloyal’.

A luglio, Trump aveva già commutato la pena a Roger Stone, amico e consigliere di vecchia data che era stato condannato a 3 anni e 4 mesi per avere mentito al Congresso, ostacolato la giustizia e corrotto testimoni, sempre nel Russiagate. Il magnate ritiene Flynn e Stone vittime di una “caccia alle streghe”, di un complotto dell’Amministrazione Obama contro la sua vittoria elettorale 2016.

Resta da vedere se Trump, braccato da mezza dozzina di inchieste, frode, truffa, evasione fiscale, proverà a graziare se stesso. Non può farlo direttamente, ma ha due percorsi: un patto “alla Ford” con Biden e/o con il Congresso – politicamente difficile -; oppure ricorrere al 25° emendamento, dichiararsi temporaneamente inabile, fare diventare presidente ‘ad interim’ il suo vice Mike Pence e farsi graziare da lui, sempre che sia disposto a farlo – sarebbe un suicidio politico, ma forse neppure Pence crede alle sue chances presidenziali 2024 -.

Ne varrebbe la pena? La grazia presidenziale copre solo i reati federali. Le corti statali di New York tirerebbero diritto e al magnate non basterebbe per cavarsela rifugiarsi in Florida a Mar-a-lago.

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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