Con una nota apparsa sul suo profilo Twitter il 17 novembre, Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea, ha annunciato che l’Italia riceverà 6,5 miliardi di euro sotto forma di prestiti agevolati a titolo di Sure. Insieme all’Italia altri otto Paesi usufruiranno delle risorse messe a disposizione dall’Ue per contrastare i risvolti socio-economici della pandemia. Dopo il primo stanziamento di fondi pari a 10 miliardi, questa seconda tranche prevede una somma di 14 miliardi suddivisa tra Cipro, Croazia, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Slovenia, Spagna ed Italia.
Il Sure (sigla per “Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency”) è un nuovo strumento europeo di sostegno temporaneo per attenuare i rischi di disoccupazione in un’emergenza, pensato per tutelare il mercato del lavoro minacciato dalla pandemia di coronavirus.
Fornirà assistenza finanziaria per un totale di 100 miliardi di euro sotto forma di prestiti agevolati. Questi stanziamenti dovrebbero essere concessi agli Stati membri dell’Unione in cui l’epidemia ha provocato, a partire dal 1° febbraio 2020, un aumento immediato e deciso della spesa pubblica effettiva e un deterioramento della situazione occupazionale. Dalla data prestabilita si garantirà una parità di trattamento per tutti gli Stati e si copriranno le spese in eccesso, a prescindere da quando il virus si è diffuso all’interno dei Paesi.
Le misure nazionali, in linea con i principi dei diritti fondamentali, dovrebbero essere collegate direttamente alla creazione o all’estensione di misure di riduzione dell’orario lavorativo, nonché a misure analoghe, incluse quelle destinate ai lavoratori autonomi o a misure sanitarie. Tutti e nove i Paesi che usufruiranno dei fondi stanziati dall’Ue stanno attraversando difficoltà causate principalmente dalla pandemia.
La situazione economica italiana dell’ultimo decennio ha spinto i vari governi a cercare di contenere considerevolmente l’aumento della spesa pubblica, seguendo politiche di austerity. L’emergenza sanitaria necessita di una politica monetaria espansiva, dovuta alla necessità di risanare i settori maggiormente colpiti dalla crisi del mercato del lavoro.
Partendo dalla constatazione di queste necessità è stato avviato il negoziato europeo su strumenti di sostegno economico. Da marzo è stato aperto un tavolo di trattativa tra i Paesi dell’Ue, ognuno portavoce delle proprie richieste. Il Vecchio Continente si era diviso fra i Paesi del Centro-Nord, i ‘frugali’, meno propensi ad offrire aiuto, e quelli del Centro-Sud, con maggiori aspettative nella solidarietà comunitaria. Da questo dialogo è nato il progetto del Recovery Fund.
Sure è un’ulteriore espressione tangibile della solidarietà dell’Unione, in virtù della quale gli Stati membri accettano di sostenersi a vicenda mettendo a disposizione risorse finanziarie aggiuntive tramite prestiti o doni.
Coris Globe, Marco Bizzoco, Matteo Fantozzi, Giacomo Helferic, Giacomo Lucia, Andrea Paglia, Giovanni Turi