“È importante ricordare che non c’è salute senza salute mentale, ma non c’è nemmeno salute mentale senza salute collettiva”, afferma il Dr. Mira Jakovljevic del Dipartimento di Psichiatria e Medicina Psicologica presso il Centro Ospedaliero Universitario di Zagabria. Lo Stato croato non sta dando spazio alla ricerca e agli aiuti necessari nel campo della psichiatria. Casi come quello di Kata, 76 anni, pensionata croata di Sesvete, raccontato nell’articolo linkato, non sono isolati. Molte sono le persone che come lei vivono isolate e attendono in solitudine la fine della pandemia per rivedere i nipoti e riprendere le proprie abitudini. Ma Kata non è ottimista e crede che non riuscirà a sopravvivere per vedere quel giorno.
Un’epidemia parallela di salute mentale sta colpendo i cittadini europei durante la seconda ondata di Covid-19. I sintomi sono ansia, isolamento, depressione. La causa di questi effetti collaterali è da attribuirsi alle misure restrittive adottate, che hanno minato l’equilibrio mentale di molti in Europa, non solo nei soggetti più fragili.
Il Daily Mail riporta la notizia di un picco riscontrato da un’analisi condotta dalla Royal College of Psychiatrists di Londra inerente l’abuso di alcool e droghe nella fascia d’età 45 – 70. La perdita della routine a causa dell’eccessivo e prolungato isolamento porta i soggetti, anche quelli senza un passato da alcolista o tossico dipendente, a trovare un modo alternativo di trascorrere il tempo. Metodi di evasione che, oltre a non funzionare, comportano dei rischi di salute elevati sia per chi ne fa uso che per chi gli sta vicino.
L’associazione no-profit svedese Jourhavande Medmanniska offre un servizio di aiuto e sostegno psicologico tramite telefono. Mervi Rokka, nel suo ruolo di volontaria, riceve chiamate da persone che hanno bisogno di qualcuno con cui parlare durante una sessione di tre ore al mese. Sia lei che l’interlocutore rimangono anonimi. Durante l’autunno i colloqui sono aumentati del 25% rispetto alla prima ondata. “E ‘chiaro che è aumentato. La gente è stata sola per così tanto tempo. Le chiamate che ho ricevuto dimostrano che molte persone si sentono molto abbandonate”, racconta Mervi Rokka.
Questi effetti collaterali si riscontrano pure sulla salute mentale del mondo studentesco. La giovane età ha garantito a molti studenti di reagire bene davanti alla prima ondata, ma la seconda non pare avere risvegliato nell’animo giovanile e studentesco le stesse reazioni. “La situazione sanitaria associata ad un conseguente allontanamento dalla vita sociale e scolastica ha portato a comportamenti ansiogeni” rivela Emmanuel Weiss primario dello Studio Psicologico Universitario a Parigi.
Il tema dei turbamenti della salute mentale legati al Covid sta cominciando ad emergere ora che l’ Europa si trova nel pieno dwlla seconda ondata. Conoscendo ora gli effetti psichici che le misure restrittive possono avere sui cittadini, i vari governi dovranno affrontare con decisione anche questa emergenza.
Stringer News, Isabella Bradascio, Camillo Cantarano, Laura Martinez, Amaya Polvorosa, Edoardo Venditti, Jean-Louis Zanet