A meno di due settimane dall’Election Day, Joe Biden continua a fare la corsa saldamente in testa nei sondaggi (nove punti per il New York Times, 8,6 punti nella media di RealClearPolitics). Ma negli Stati in bilico Donald Trump resta competitivo: in North Carolina, ad esempio, è testa a testa fra i due rivali. La partita si gioca soprattutto lì, in Pennsylvania, Michigan, Ohio e Florida.
Trump tiene il ritmo di due/tre comizi al giorno, mentre Biden se ne sta ora al coperto, preparando l’ultimo e probabilmente decisivo dibatto televisivo di domani sera – se lo passa indenne, è quasi fatta -. Il presidente lo accusa di corruzione: vuole che il ministro della Giustizia William Barr apra un’inchiesta; e dà dell’idiota al virologo Anthony Fauci e agli esperti che s’occupano di pandemia; e giudica “ridicola” una sentenza della Corte Suprema che fa spazio al voto per posta.
Il magnate contesta la decisione della commissione organizzatrice dei dibattiti presidenziali, che ordina microfoni spenti a fasi alterne, domani sera, sul palco di Nashville, nel Tennessee: durante gli interventi iniziali per ognuno dei sei segmenti di 15’ ciascuno previsti, sarà spento il microfono del candidato cui non tocca parlare.
E’ un tentativo di evitare che il confronto degeneri in una caotica rissa a voci sovrapposte, com’era accaduto nella prima sfida il 29 settembre, da Cleveland, nell’Ohio. Trump se ne irrita e, inoltre, qualifica di “democratica radicale” la moderatrice del dibattito di domani Kristen Welker.
E’ tornata a fare campagna Kamala Harris, dopo una pausa causa coronavirus: ieri, compiva 56 anni (“Il prossimo compleanno alla Casa Bianca”, è stato l’augurio di Biden). Fronte repubblicano, ieri doveva esordire in campagna Melania Trump, con il marito in un comizio a Erie, in Pennsylvania, ma – causa una tosse persistente, retaggio della positività al Covid – ha dato forfait. E, oggi, i democratici schierano Barack Obama, che fa un tour negli Stati incerti – prima tappa in un drive-in di Filadelfia .
Biden ha l’appoggio di USAToday, che non aveva mai sostenuto un candidato alla presidenza, ma che ha scelto di farlo perché il rifiuto di Trump d’impegnarsi a una transizione dei poteri ordinata e pacifica “mette in gioco la democrazia americana”. Secondo Il Financial Times, solo una minoranza degli americani, il 46%, mantiene fiducia nelle scelte economiche di Trump, che lì aveva sempre avuto un punto di forza. E pure un ex presidente del partito repubblicano, Michael Steele, appoggia Biden.