“Sta andando bene, credo. Grazie a voi tutti, CON AFFFETTO!!!”: con il marchio di autenticità delle parole in maiuscole e della raffica di punti esclamativi, è il primo tweet di Donald Trump dall’ospedale dov’è ricoverato da venerdì sera. Il presidente respira senza bisogno dell’ossigeno e viene curato dal suo medico Sean Conley e dallo staff del Walter Reed con il remdesivir, farmaco anti-virale già usato con successo contro il virus Ebola, e con un cocktail di anticorpi sintetici sperimentale, sviluppato dal laboratorio Renegeron, che ha dato risultati preliminari incoraggianti nei test clinici su un numero di pazienti ridotto.
La Casa Bianca aveva avvertito che Trump poteva assumere farmaci sperimentali che non hanno ancora ricevuto l’autorizzazione dalla Food and Drug Administration, l’agenzia del farmaco Usa, e che non sono disponibili al pubblico. I medici del Walter Reed, l’ospedale militare di Bethesda, Maryland, alle porte di Washington, gli somministrano, inoltre, vitamina D, zinco, melatonina, un’aspirina al giorno e un anti-acido.
Sulle condizioni di salute del presidente, risultato giovedì positivo al coronavirus (come lui, pure Melania, la moglie), i media mostravano inizialmente diffidenza perché tutte le notizie venivano dall’ ‘inner circle’ di Trump, il suo medico Sean Conley, la portavoce Kayleigh McEnany e il capo dello staff Mark Meadows. Il Washington Post dedicava alla questione un editoriale: “La nazione deve sapere la verità sulla malattia del presidente”.
Nella tarda mattinata di ieri, il briefing c’è stato: “Il presidente sta molto bene – ha detto il dottor Conley -, siamo estremamente contenti dei progressi fatti”. I medici dell’ospedale hanno indicato che Trump non ha bisogno di ossigeno, respira e cammina regolarmente … ed è di umore eccezionalmente buono … Ha avuto febbre per 24 ore, ma ora è sfebbrato; il livello di saturazione dell’ossigeno è del 96%”.
Impossibile prevedere quando il presidente sarà dimesso: sono previsti cinque giorni di trattamento con il remdesivir. “Mi sento come se potessi uscire di qui oggi”, ha detto ai medici che lo visitavano, chiedendo della idrossiclorochina, un farmaco da lui promosso, che non gli viene però dato. Suscita interrogativi una dichiarazione di Conley, fatta alle 11.00 di ieri: il virus sarebbe stato diagnosticato a Trump 72 ore prima, mentre dall’annuncio ne erano trascorse meno di 48.
Secondo fonti di stampa, prima d’andare in ospedale Trump aveva una lieve febbre, il naso chiuso e la tosse ed era “molto stanco, molto affaticato, con qualche difficoltà a respirare”: alcuni suoi parametri erano preoccupanti. La first lady ha sintomi più lievi: “tosse leggera e mal di testa”. Donald ha 74 anni, Melania 50.
Il ricovero è stato deciso “per sovrabbondanza di precauzione” – parole della McEnany -, per essere certi che il presidente disponga tempestivamente tutte le cure necessarie in caso di aggravamento. Trump ha lasciato la sua residenza camminando da solo senza aiuti: aveva va la mascherina, come tutti quanti intorno a lui – cosa inedita –.
Tutti gli eventi elettorali previsti sono stati posticipati o riprogrammati in modalità virtuale: potrebbe pure essere il caso dei due dibattiti televisivi restanti col candidato democratico Joe Biden (o almeno del primo di essi, il 15 ottobre). Il duello tv fra i vice Mike Pence e Kamala Harris si farà come previsto, mercoledì prossimo a Salt Lake City, Utah. Biden e la Harris sono risultati negativi ai test.
La Casa Bianca si sta intanto rivelando un focolaio di contagi: sotto accusa la cerimonia d’annuncio della designazione della giudice Amy Coney Barrett alla Corte Suprema, sabato 26 nel Giardino delle Rose, senza precauzioni – né mascherine né distanziamento -. La Barrett era risultata positiva al Covid-19 ad agosto ed era poi guarita.
Oltre a Donald e a Melania e alla consigliera Hope Hicks, fra i presenti all’annuncio sono ora positivi il manager della campagna di Trump Bill Stepien, la ex consigliera della Casa Bianca Kellyanne Conway, l’ex governatore del New Jersey Chris Christie, due senatori repubblicani, Mike Lee e Thom Tillis, il presidente dell’Università di Notre Dame John I. Jenkins, un addetto stampa e almeno tre giornalisti.
L’ipotesi iniziale che il presidente sia stato contagiato dalla Hicks, una sua fedelissima, che lo segue come un’ombra, in questi ultimi giorni ovunque, anche a bordo dell’Air Force One, rilancia i rumors sui rapporti tra i due: la Hicks, capo della comunicazione a 29 anni, lasciò la Casa Bianca nel 2018, per aver ammesso in Congresso di avere detto “innocenti bugie” pro-Trump, ma il presidente l’ha poi rivoluta accanto a sé come consigliere.
La campagna di Biden ha sospeso tutti gli spot negativi nei confronti del presidente. La campagna di Trump s’è rifiutata di fare altrettanto. Twitter sta rimuovendo i messaggi che “desiderano o augurano la morte, gravi lesioni fisiche o malattie letali a chicchessia”, dopo un’ondata di cinguettii funerei contro Trump. Gli autori dei post rimossi non saranno però sospesi.