La ‘donna nuova’ è Karen Bass, che non prenota il futuro. La figura in crescita è Val Demings, che è stata capo della polizia di Orlando dopo 27 anni nei ranghi delle forze dell’ordine. Ma nel cuore dei commentatori dei grandi media c’è Tammy Duckworth, mutilata e decorata di guerra, mamma senza gambe, coraggiosa e disinibita
Invece di restringersi, la lista delle possibili ‘vice’ di Joe Biden resta molto ampia, quando ormai l’annuncio è imminente. Il candidato democratico alla Casa Bianca l’ha promesso per fine mese e, quindi, a questo punto, i giochi dovrebbero essere fatti: Biden ha già detto che sarà una donna; e ci si attende che sia una afro-americana, specie nel clima di tensioni anti-razziste di questa estate calda americana.
Il che mette ai margini dei pronostici candidate validissime come le senatrici Elizabeth Warren ed Amy Klobuchar, che da tempo s’è fatta da parte. Una messa dozzina i nomi più citati dai media, dove va forte la Bass, 66 anni, una deputata della California con un passato da operatore sanitario, punto d’incontro fra le diverse anime del partito democratico, dall’establishment alla sinistra liberal.
Con una formazione e un passato di lavoro tra l’assistenza e il sociale, Karen Ruth Bass è deputata dal 2011 e prima era stata per sei anni all’Assemblea statale – divenendo la prima afro-americana speaker di una qualsiasi Assemblea statale dell’Unione -: da quasi due anni, è presidente del caucus, cioè del gruppo, che riunisce tutti i deputati e i senatori neri.
Dalla sua, c’è il fatto che ha già escluso una sua candidatura alla presidenza nel 2024: Biden, che ha 77 anni e che si vedrebbe presidente per un solo mandato, vorrebbe accanto una persona concentrata a fargli da vice e non impegnata a preparare la propria campagna presidenziale. Contro di lei, c’è una dichiarazione fatta alla morte di Fidel Castro, cui tributò un ‘comandante in capo’: la battuta potrebbe alienare a Biden il voto degli esuli cubani determinante in Florida, uno degli Stati in bilico.
Proprio dalla Florida viene Valdez Venita Demings, 63 anni, deputata solo da due legislature: è stata eletta solo al terzo tentativo, dopo due sconfitte nel 2012 e nel 2014. La speaker della Camera Nancy Pelosi la scelse per un ruolo di rilievo nella procedura d’impeachment contro Donald Trump, tra l’autunno e l’inverno. A suo favore, il passato da poliziotta e l’essere stata la prima donna comandante della polizia di Orlando. Contro di lei, la scarsa esperienza politica e internazionale.
C’è poi Tammy Duckworth, 52 anni, senatrice dell’Illinois al primo mandato, dopo essere stata due volte deputata. Afro-americana di padre e asiatica di madre, era pilota di elicotteri con l’esercito in Iraq nel 2004: il suo Black Hawk venne colpito e abbattuto da un razzo sparato da guerriglieri iracheni. Ferita gravemente, la Duckworth perse entrambe le gambe, ma due protesi al titanio le garantiscono piena mobilità. Battagliera e coraggiosa, sposata con un reduce, ha due figlie di sei e due anni, che porta spesso in Senato. Insieme a Tulsi Gabbard, deputata delle Hawaii, fino alla primavera in corsa per la nomination democratica, fu la prima veterana donna eletta al Congresso.
L’attenzione mediatica focalizzata negli ultimi giorni su Bass, Demings e Duckworth protegge, forse, la corsa delle – sulla carta – favorite: la senatrice della California Kamala Harris, anch’essa rivale di Biden per la nomination, e l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale Susan Rice, che fu pure rappresentante degli Usa all’Onu.
Relegate ad outsider le sindache di Atlanta Keisha Lance Bottoms e di Washington Muriel Bowser. Sparite dai radar, anche perché bianche, le governatrici del New Mexico Michelle Lujan Grisham e del Michigan Gretchen Whitmer e pure la senatrice del Wisconsin Tammy Baldwin. L’ex candidata a governatore della Georgia Tracey Abrams, fattasi molto avanti, sarebbe stata accantonata: Biden non avrebbe gradito il suo ‘auto-promuoversi’.