HomeUsaUsa 2020: Facebook con Trump contro Twitter; responsabili?, no, grazie

Usa 2020: Facebook con Trump contro Twitter; responsabili?, no, grazie

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 30/05/2020

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Quando, il 10 aprile 2018, era stato ascoltato dal Senato sui due scandali che avevano compromesso la reputazione di Facebook, Mark Zuckerberg, co-fondatore e presidente del social network, uno degli uomini più ricchi e più influenti al Mondo, a soli 36 anni, era apparso pallido e contrito e aveva recitato una sorta di ‘mea culpa’. Il ruolo di Facebook nelle interferenze russe in Usa 2016 e il coinvolgimento nello scandalo del furto di dati da parte della società Cambridge Analytica, ai cui vertici c’era John Bolton, erano minacce sul futuro di Facebook: Zuckerberg promise nuove regole stringenti.

Che non sono poi venute, almeno non in misura tale da impedire a Facebook di continuare a essere il veicolo preferito dagli untori di fake news, che vi incontrano pochissimi ostacoli. Chiamato, ora, dalla Fox a schierarsi nel conflitto tra il presidente Donald Trump e il suo social network preferito, Twitter, Zuckerberg sta con la Casa Bianca, salvo poi sentirsene tradito quando Trump¸ poche ore dopo essere stato oggetto di una puntualizzazione di Twitter, che segnalava errori fattuali in due suoi ‘cinguettii’, ha firmato un ordine esecutivo, non subito operativo, che priva social i network dell’immunità legale contro eventuali cause per i loro contenuti o anche per interventi su account e post.

Sostenendo di volere tutelare la libertà di espressione, che è sancita dalla Costituzione, Trump prende un provvedimento che avrà come conseguenza che i social network dovranno esercitare ancora più controllo sui post pubblicati dai loro utilizzatori, potendone rispondere penalmente.

Zuckerberg critica Twitter per avere fatto ‘fact cheecking’ sui tweet di Trump. “Credo fortemente che Facebook non debba essere l’arbitro della verità di tutto ciò che la gente dice online”, dichiara su Fox News. “In generale, le società private, specialmente queste piattaforme, probabilmente non dovrebbero essere nella posizione di farlo”.

Poi, commentando il provvedimento del presidente, sempre alla Fox, dice: “Devo ancora capire che cosa intenda fare l’Amministrazione. Ma in generale penso che la scelta di un governo di censurare una piattaforma perché è preoccupato della sua censura non sia la giusta reazione”.

“Segnalare le informazioni errate non ci rende un ‘arbitro della verità'”, risponde a Zuckerberg (e pure a Trump) il numero uno di Twitter Jack Dorsey. “Continueremo a segnalare informazioni errate o contestate sulle elezioni a livello globale”, aggiunge.

E Twitter dimostra di essere determinato a tenere testa a Trump, segnalando, ma non cancellando, un tweet del magnate che ne viola gli standard sull’ ‘esaltazione della violenza’. Il presidente, parlando dei disordini per l’uccisione ddi un nero a Minneapolis, ha scritto: “… questi TEPPISTI stanno disonorando il ricordo di Goerge Floyd, e io non permetterò che accada … Se ci sono difficoltà, assumeremo il controllo, ma quando parte il saccheggio, si inizia a sparare. Grazie!”.

“Questo tweet viola le regole di Twitter sull’esaltazione della violenza – ha scritto il social network sulla pagina di Trump -. Ma Twitter ha stabilito che è nell’interesse pubblico che resti accessibile”. Quando la Casa Bianca ha rilanciato il tweet presidenziale, Twitter l’ha etichettato allo stesso modo.

 

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gphttps://giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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