Nell’America polarizzata da Donald Trump, neppure l’emergenza coronavirus fa schizzare, in alto o in basso, gli indici di gradimento del presidente: una metà dell’Unione lo boccia, qualunque cosa Trump faccia; e una metà è disposta ad approvare le sue decisioni, quali che esse siano. Due volte, negli ultimi tre mesi, Trump ha toccato il massimo dell’indice di gradimento, salendo al 49% – poco, in assoluto, per un presidente – e due volte è sceso intorno al 40%.
Paradossalmente – ma neppure troppo -, Trump cala nei sondaggi quando fa quel che ti aspetti da un presidente: invita alla prudenza e dà linee guida su chiusure e distanze; e sale quando ‘fa il Trump’, assicura che l’epidemia non è una minaccia, invita a riaprire in fretta, se la prende con la Cina e l’Oms.
Spiegarlo è semplice: i suoi oppositori non gli danno credito neppure quando fa le cose giuste; mentre i suoi sostenitori sono delusi quando fa cose normali e lo apprezzano, invece, se sfida l’establishment della scienza – prendendo l’idrossiclorochina o consigliando di diluire una goccia di candeggina in un bicchiere d’acqua -. Ieri, Trump s’è fatto vanto dei record mondiali negativi Usa: maggior numero di contagi, oltre 1.530.00, e di decessi, oltre 92 mila. “Ne abbiamo di più perché facciamo più controlli”.
Se Trump resta lì tra il 40 e il 50% di gradimento, il suo rivale a Usa 2020 Joe Biden non decolla: gli è davanti nei sondaggi a livello nazionale, ma spesso gli è dietro negli Stati in bilico, Wisconsin, Michigan, Pennsylvania, Ohio, North Carolina, Florida, Arizona.
(( Criticato dai democratici per Usa per il suo ricorso all’idrossiclorochina, un farmaco anti-malarico, per prevenire il coronavirus, malgrado i medici non ne riconoscano l’utilità e ne indichino i rischi, Trump ha ieri definito la speaker della Camera Nancy Pelosi, che aveva ironicamente fatto cenno alla sua età e alla sua obesità, una “donna malata, con problemi mentali”: “Non le rispondo, credo sia una perdita di tempo”, ha detto Trump ai reporter, sostenendo che il medico della Casa Bianca, Sean Conley, gli ha spiegato che “i potenziali benefici del trattamento superano i relativi rischi”.
Pronta la replica della Pelosi: Trump è come i “bambini coi pantaloni infangati e le scarpe sporche di pupù di cane … Le azioni del presidente sono totalmente inappropriate”. La Pelosi ha insistito: “Trump soffre di confabulazione: riempie i vuoti di memoria con invenzioni che crede vere. Non conosce la verità … gli basta dire qualcosa per crederci, perché l’ha detto lui”.
Proteso alla riapertura, per rimettere in moto l’economia, e contrario al voto per posta, che secondo lui favorisce i democratici, Trump minaccia di bloccare i fondi al Michigan, uno degli Stati in bilico nelle prossime elezioni, se insisterà sul voto per posta causa epidemia. “Il Michigan manda schede di voto per corrispondenza a 7,7 milioni di persone – twitta – … Questo è fatto illegalmente e senza autorizzazione dal disonesto segretario di Stato (del Michigan, ndr). Chiederò di bloccare i fondi al Michigan se vogliono proseguire su questa strada della frode elettorale”)).