L’istruzione è un diritto di tutti i cittadini: questo si sa. Ma in tempo di Covid-19? Diventa quasi un privilegio, una possibilità che non è, invece, per tutti. Francia e Spagna, come molti altri Paesi europei, fra cui l’Italia, si sono attivate perché la didattica continui a funzionare.
Le misure adottate in Spagna
La Spagna è un Paese che come l’Italia sta affrontando numerose problematiche riguardo la didattica a distanza. Secondo una ricerca dell’Unicef, il 40% degli studenti rischia l’isolamento sociale. Non tutti possiedono i supporti tecnologici necessari.
La nazione iberica si sta avviando all’uscita dalla fase uno: le lezioni resteranno a distanza, le scuole e i collegi potranno riaprire per essere disinfestati e puliti, sarà inoltre possibile tornare ad utilizzare i laboratori. Per i bambini dai zero ai sei anni, invece, è previsto il ritorno ai nidi e agli asili, con cambiamento di orario.
Conversando con la dottoressa Caterina Sposato, capo del dipartimento di architettura e design dell’Academy Design di Marbella, emerge che i decreti spagnoli non vengono applicati in egual misura per tutte le regioni e province: “In Andalusia siamo ancora fermi alla fase zero”. Molte università che hanno i laboratori hanno dovuto congelare il percorso accademico degli studenti perché il programma si svolge in maniera pratica.
Il suo dipartimento, invece, si è attivato sin da subito in modo esaustivo per quanto riguarda la didattica a distanza. È da sottolineare, infatti, l’attenzione alla sfera psicologica degli studenti, costretti per ore davanti al pc. È stato creato un gruppo di supporto psicologico per aiutarli ad affrontare meglio lo studio telematico. Questa situazione ha comportato una modifica della didattica stessa, più giorni di riposo per gli studenti, l’istituzione di momenti di convivialità e sessioni di yoga prima delle lezioni, rigorosamente online.
Le parole di Caterina Sposato sembrano dimostrare una via comune all’Italia: “Si prevede che gli studenti debbano rientrare a settembre, lezioni e lauree proseguiranno a distanza fino a nuove disposizioni”.
La realtà francese
Altra situazione per la Francia, che ha in parte riaperto le scuole. Madame Odile Mainet-Maillard, insegnante presso le Lycee Condorcet de Limay, ha manifestato il suo dispiacere raccontando che molti studenti non sono ben equipaggiati o vivono in aree dove i collegamenti sono ancora difficili.
Nonostante molti studenti abbiano problemi nel seguire le lezioni online, la Francia ha deciso di proseguire con la didattica a distanza con la possibilità di rientro facoltativo sui banchi in modo scaglionato. Il Ministère de l’Education nationale et de la jeunesse ha pubblicato sulle misure di sicurezza da adottare.
Le prime a ripartire sono state le scuole materne e primarie, per i licei non è ancora stata presa una decisione. Madame Mainet-Millard aggiunge: “Gli insegnanti sanno già che il diploma di maturità si otterrà basandosi sui voti già ottenuti, per gli alunni che sono al di sotto della sufficienza è previsto un orale di recupero all’inizio di luglio”. In pausa anche l’università, probabilmente gli studenti non rientreranno prima di settembre-ottobre.
La scuola segue i cambiamenti della situazione sanitaria, auspicando un rientro tra i banchi. Quello che manca a tutti è il contatto umano.
La redazione SixPress, composta da Giusy Foschino, Giovanna Galletta, Carlotta Gentile, Alessia Penna, Viviana Pungì, Francesca Ranieri