HomeIl SettimanaleIl Settimanale 2020 2 - La Fase 2: c'era una volta in...

Il Settimanale 2020 2 – La Fase 2: c’era una volta in America

Scritto per Il Settimanale 2020 2 - La Fase 2 del 10/05/2020

-

Convivere con il virus: questo è lo scenario che si è aperto per i Paesi entrati nella fase 2 dell’emergenza coronavirus, in Europa come in America e altrove. Ma ormai, si sa, parlare di normalità – per come la conoscevamo – non sarà possibile finché non si avrà un vaccino. E se il 4 maggio l’Italia ha allentato le restrizioni, come hanno fatto con tempi e modalità analoghi Germania, Francia e altri Paesi, lo stesso giorno la Commissione europea ha avviato la “maratona” World against Covid-19, una raccolta fondi per finanziare la ricerca.

Obiettivo: trovare un vaccino, da distribuire a livello globale, che sia accessibile in maniera equa; parte dei ricavi, inoltre, sarà devoluta anche a diagnostica e terapia. Entro poche ore dal lancio del progetto erano stati raccolti 7,4 miliardi di euro e, come ha affermato il presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen, è solo l’inizio.

All’appello, che ha visto la straordinaria partecipazione di molti Paesi, mancano tuttavia alcuni importanti contributi: oltre a Russia e Cina, gli Stati Uniti. L’America sembra battere una propria strada, malgrado siano la più colpita dalla pandemia in termini assoluti. E intanto il dibattito si accende sul sistema sanitario degli Stati Uniti.

Una crisi prevedibile
Quasi 80 mila decessi si contano ormai sul territorio americano: un’ombra crescente sulla già controversa Amministrazione Trump. Il presidente, infatti, nel corso dell’emergenza Covid-19, ha fatto più volte scelte contraddittorie, passando dal definire il virus “poco più di un raffreddore” al cercare l’esclusiva sul vaccino. Il risultato è stato il disorientamento dei cittadini.

Infatti, come ci racconta Lorenzo F., ingegnere italiano trasferitosi a San Diego, “la crisi era prevedibile date le disuguaglianze sociali, già intrinseche nel sistema sanitario statunitense. Alcuni, ad esempio, scelgono di non farsi visitare, magari perché non hanno l’assicurazione o temono costi elevati”.

Ne consegue che molti contagi non vengano nemmeno diagnosticati e che ci sia un aumento esponenziale dei casi nei luoghi di lavoro. “In più – continua Lorenzo – la mancanza di uniformità nelle direttive dei singoli Stati ha alimentato la confusione”.

La regolamentazione è competenza dei governatori locali, ma ora Donald Trump spinge per la riapertura nonostante l’opinione contraria della task force scientifica della Casa Bianca. Dopo le prese di posizione di Anthony Fauci, celebre virologo e sostenitore del lockdown, le divergenze si sono acuite a tal punto da indurre il presidente a minacciare lo smantellamento – affermazione rettificata poi via Twitter – del gruppo di esperti.

Polemiche anche in politica
I ripetuti scontri con gli scienziati hanno messo in luce il protagonismo di Trump, che non ha mancato occasione per fornire pareri non sempre accurati. Fra i tanti suggerimenti, ricordiamo le iniezioni di disinfettante: una proposta talmente rischiosa da provocare l’incredula reazione di Joe Biden, ex vice-presidente di Obama e suo rivale democratico nelle elezioni di novembre. “I can’t believe I have to say this, but please don’t drink bleach [Non posso credere di doverlo dire, ma per favore non bevete la candeggina]”, ha scritto il candidato democratico a Usa 2020 sul suo profilo Twitter, dove è in atto una campagna anti-Trump che sta raccogliendo consensi.

Dai sondaggi più recenti emerge un calo dei sostenitori dell’attuale presidente e una maggiore adesione, invece, al programma di Biden, incentrato su un sistema sanitario che si basa sull’Obamacare, la riforma sanitaria dell’Amministrazione Obama. Eppure, anche sull’immagine del rappresentante democratico non mancano elementi controversi: le accuse di molestie sessuali da parte di una sua ex assistente, Tara Reade, stanno attirando l’attenzione dei media e del dibattito nazionale.

Un periodo denso di contrasti per gli americani, a cui si uniscono il livello di disoccupazione più alto dal dopoguerra e le crescenti tensioni con la Cina. Si rende sempre più evidente il bisogno di una leadership concreta, sul piano politico e sanitario. Una leadership che, in questo momento, alcuni riconoscono ad Andrew Cuomo, governatore dello Stato di New York, più vicino al sentire dei cittadini.  Se, infatti, alla domanda “quanto vale una vita umana?” Trump risponde con vaga indifferenza, Cuomo è sicuro: “Non ha prezzo”.

La Redazione Il Resto della Quarantena, composta da Barbara Balestrieri, Camilla Cavalli, Ilaria Marroni, Arianna Rusalen

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

ULTIMI ARTICOLI

usa 2020

coronavirus - elezioni - democrazia - ostaggio

Coronavirus: elezioni rinviate, democrazia in ostaggio

0
Elezioni rinviate, elezioni in forse, presidenti, premier, parlamenti prorogati: la pandemia tiene in ostaggio le nostre democrazie e, in qualche caso, le espone alla...