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Coronavirus: Usa, dilagano proteste contro lockdown

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 19/04/2020

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Contestano anche dove l’hanno già avuta vinta: l’economia c’entra fino a un certo punto, vogliono affermare la libertà dell’individuo di fare quel che vuole, anche mettere a rischio la propria vita, se non nuoce agli altri. Incoraggiati dal magnate presidente, che è uno di loro – e loro lo ricambiano con il voto -, sostenuti da predicatori evangelici fondamentalisti e da commentatori libertari, migliaia di americani protestano contro i lockdown imposti in vari Stati da governatori per lo più democratici.

Ma ieri s’è manifestato pure in Texas, davanti al Parlamento della capitale Austin – la cupola più grande d’America -, nonostante il governatore repubblicano Greg Abbott abbia per primo annunciato l’allentamento delle restrizioni, utilizzando i margini di manovra riconosciuti agli Stati dalla Casa Bianca. La protesta, con lo slogan ‘You Can’t Close America’, costituisce un’aperta sfida alle norme tuttora in vigore: le autorità invitano a rispettare le distanze sociali, se no le forze dell’ordine interverranno.

Un’analoga protesta s’è svolta ad Annapolis, la capitale del Maryland: il governatore, Larry Hogan, è pure repubblicano ma non intende riaprire presto. Le cifre del contagio non fermano i contestatori armi in vista e bandiere confederate al vento, spesso vicini alla Alt-right e ai suprematisti bianchi. E Politico rileva che l’Amministrazione progetta di contestare in giustizia gli eccessi di lockdown.

Tutto ciò accade mentre i contagi nell’Unione superano i 710 mila e i decessi vanno verso i 40 mila – 3.856 nella giornata di venerdì, la seconda più letale dall’inizio dell’epidemia -, stando ai dati della Johns Hopkins University. Trump spera che le vittime non superino le 60/70 mila, al di sotto delle 100 mila minimo previste dagli esperti. E il WP scrive che un errore del Cdc avrebbe causato ritardi nella risposta americana all’epidemia.

Il presidente ha dato il suo ‘placet’ alle manifestazioni anti-lockdown. “Li ho visti: a me sembrano persone responsabili”, risponde a una domanda durante il briefing sulla diffusione del coronavirus nell’Unione. E afferma: “Alcuni Stati sono stati troppo duri” nell’adottare misure anti-contagio. L’impazienza di Trump per allentare le misure nasce dal desiderio di rimettere in moto l’America, per contrastare recessione e disoccupazione

Dalla Casa Bianca, il magnate twitta a raffica: “Liberate il Minnesota!”, “Liberate il Michigan”, “Liberate la Virginia e salvate il vostro secondo emendamento. E’ sotto assedio”. I tre Stati hanno tutti governatori democratici Nel caso della Virginia c’è un riferimento alle restrizioni sulle armi imposte dal governatore democratico Ralph Northam. Proteste, ci sono state pure in North Carolina, Kentucky, Ohio, Idaho e altrove.

Dal canto suo, il presidente spera di potere riprendere i comizi elettorali e intende fare un discorso alla cerimonie dei diplomi dell’Accademia militare di West Point, dando quindi per assodato che essa si tenga come previsto il 23 maggio con i cadetti schierati e i cappelli che volano.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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