Con il numeratore dei decessi che corre all’impazzata e con i dati dell’economia e dell’occupazione che peggiorano giorno per giorno, cala il consenso sulla gestione dell’emergenza da parte di Trump: una maggioranza degli americani, il 52%, disapprova l’operato del presidente e solo il 47% l’approva (a metà marzo, i giudizi positivi erano il 55%):
L’opinione pubblica è ondivaga, come l’atteggiamento di Trump sul coronarivus, sottovalutato all’inizio e mai preso di petto. Anthony Fauci, il massimo esperto negli Usa di malattie infettive e una figura iconica della task force della Casa Bianca contro il contagio, dice alla Cnn di non capire perché l’ordine di stare a casa non venga dato da tutti gli Stati – attualmente, riguarda comunque oltre il 90% degli americani -. “Se guardiamo a quanto sta avvenendo nel Paese, non capisco perché non lo facciamo”, ammette il virologo. Un messaggio che contraddice quello del presidente, che ha sempre escluso un lockdown a livello nazionale.
Intanto, le vittime negli Usa superano le 6000 e i contagi i 250 mila, secondo i dati costantemente aggiornati della Johns Hopkins University. Con 1169 vittime giovedì, gli Stati Uniti hanno stabilito il triste primato del maggior numero di vittime in un giorno dall’inizio della pandemia, superando l’Italia dei 969 morti del 27 marzo.
Al calo di consenso sull’operato del presidente contribuisce l’andamento economico: S&P vede una contrazione del Pil dell’1,3% nel 2020 e una ripresa solo nel 2021. A marzo, sono stati persi 701.000 posti di lavoro, molti più del previsto. E’ il dato peggiore dal maggio 2009, cioè dall’acme dell’impatto della crisi finanziaria.
Il tasso di disoccupazione s’impenna dal 3,5% di febbraio al 4,4% – peggiora cioè per la prima volta dal settembre 2010 -. E il dato non tiene ancora conto dei 10 milioni di americani che nelle ultime due settimane hanno chiesto sussidi di disoccupazione. C’è il rischio che il tasso di disoccupazione Usa vada ben oltre il 10% stimato dalle autorità federali come conseguenza dell’epidemia.
In questo contesto, non mancano assurdità logistico-organizzative: le navi ospedale militari Comfort e Mercy sono alla rada a New York e a Los Angeles, ma hanno finora accolto soltanto 35 pazienti (rispettivamente, 20 e 15), perché le norme di ammissione a bordo sono troppo rigide. E l’esercito metteva in conto fin da febbraio 150 mila vittime potenziali causa contagio, ma un suo documento non suscitò il giusto allarme.