Il numeratore della Johns Hopkins University avanza inesorabile: i casi di coronavirus negli Usa s’avvicinano ai 150 mila, le vittime superano le 2500. Donald Trump, impressionato dal ‘virologo in capo’ Anthony Fauci – milioni di contagi e fino a 200 mila morti, “se saremo bravi 20 mila” -, estende fino al 30 aprile le indicazioni federali sulle distanze sociali per contenere le epidemie.
Dopo avere fatto marcia indietro sulla messa in quarantena degli Stati di New York, New Jersey e Connecticut, il presidente smentisce di nuovo se stesso: voleva allentare le indicazioni per Pasqua, per rimettere in moto l’economia, nonostante le critiche degli esperti di sanità di tutta l’Unione. Ora, Trump avverte: “Il picco dei decessi da contagio si avrà fra due settimane”.
L’andamento ondivago delle dichiarazioni e delle decisioni sul coronavirus non impedisce, tuttavia, al presidente di continuare a migliorare la sua posizione in chiave elettorale: un sondaggio Abc/WP gli attribuisce, in un confronto con Joe Biden, suo probabile rivale democratico, il 47% dei consensi contro il 49% – a febbraio, Biden era avanti di sette punti -.
Un elemento di novità è la popolarità dei governatori in prima linea per l’emergenza contagio: emerge il newyorchese Andrew Cuomo. Sui social c’è chi lo candida alla Casa Bianca.
Oltre che di vite, il contagio fa strage di posti di lavoro: Macy’s, sigla storica dei grandi magazzini, proprietaria di Bloomingdale’s, progetta di lasciare liberi la gran parte dei suoi 130 mila dipendenti, con i negozi chiusi dal 18 marzo per l’emergenza coronavirus.
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I casi di coronavirus negli Usa sono oltre 105 mila: il numero più alto finora registrato in un Paese, peggio della Cina. I morti stanno per superare i 1.800. E mentre il presidente Donald Trump litiga con i governatori degli Stati ‘incubatoio’ del contagio, il governatore dello Stato di New York, Andrew Cuomo, posticipa al 23 giugno le primarie democratiche previste il 28 aprile: “Non è sicuro fare votare”, spiega.
Trump, in visita alla nave ospedale Comfort destinata alla Grande Mela, dice di stare valutando se mettere in quarantena New York. Il governatore lo smentisce: “Non se n’è mai parlato”.
Il presidente ha firmato il piano da 2000 miliardi di dollari appena approvato dalla Camera, dopo che il Senato lo aveva già votato all’unanimità. Lo stimolo, che ora è legge, prevede aiuti diretti e indiretti ai lavoratori e alle imprese: servirà a fare fronte alla recessione che s’annuncia, con la fine della più lunga espansione economica della storia americana.
Trump ha fretta di uscire dall’emergenza e progetta di alleggerire le misure la prossima settimana; e se la prende con la governatrice del Michigan Gretchen Whitmer e la gran capa di GM Mary Barra, che non riconverte ai ventilatori in tempi celeri le sue fabbriche.
A sorpresa, la Fox caccia la anchor Trish Reagan, che, in prime time, ha bollato il coronavirus come una “truffa” alimentata dai nemici del presidente per distruggerlo.