L’emergenza coronavirus mette alla prova il nostro Paese, la nostra Regione, la nostra Città: superati l’iniziale sconcerto, l’ansia di un nemico subdolo che c’è ma non si vede e – spesso – neppure si avverte quando già è dentro di noi, l’incertezza nel pendolo dell’informazione che oscilla e ora drammatizza e ora ‘anestesizza’, la risposta di Urbino è consapevole e responsabile, i comportamenti s’adeguano alle circostanze, l’ordinario diventa straordinario e magari viceversa.
Urbino, le Istituzioni, le strutture, i cittadini sperimentano forme inedite di gestione e condivisione. Questo numero del nostro giornale vuole testimoniare l’eccezionalità e la diversità di questi giorni ed è esso stesso frutto di un mix obbligato – ma nel nostro mestiere non sperimentale – di telelavoro e di presenza sul territorio, sempre nel rispetto delle norme dettate da prudenza e reciproco rispetto.
Nelle interviste al presidente della Regione, al Sindaco in auto-isolamento precauzionale, al Rettore, a un virologo, e nei racconti d’un territorio attraversato, nonostante tutto, da fermenti e pulsioni, scopriamo la dedizione e la fatica delle strutture e del personale medico e sanitario, le tribolazioni d’una famiglia in quarantena, le capacità di adeguamento e di sperimentazione dell’Università e delle strutture didattiche, la vitalità di una cittadinanza vigile e non rassegnata.
Il contagio è una prova, per Urbino come per tutta l’Italia, l’Europa, il Mondo: fa vittime, provoca perdite e lascerà cicatrici nell’economia e nel turismo. Affrontarlo con spirito di resilienza consente d’attenuarne l’impatto e le conseguenze.
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Il contagio dell’isteria, l’antidoto della buona informazione
Il peggiore effetto del coronavirus, per come ne conosciamo finora l’impatto, è il contagio senza argini della cattiva informazione, che va di concerto con una gestione a tutti i costi emergenziale – non si può dire chi dei due venga prima – e che innesca paura e isteria.
Un effetto positivo del coronavirus, accanto all’emergere di pratiche eccellenti di atti d’eroismo o semplicemente di consapevolezza, anche nella nostra Regione, nel nostro territorio, a livello di prevenzione e/o di contenimento, è lo stimolo alla buona informazione, come unico antidoto alle fake news, alle leggende metropolitane, a dicerie e allarmismi.
Nell’Urbino al tempo del virus, Il Ducato vuole iscriversi nella colonna della buona informazione, offrendo ai suoi lettori notizie corrette ed un racconto e una lettura degli eventi commisurati alla loro potenziale gravità e pericolosità. Che ci sia necessità di informazione, in questi giorni, lo dimostrano gli accessi record al nostro sito, più che nei giorni delle elezioni comunali.
Non è compito nostro giudicare la congruità e l’efficacia delle misure prese: tocca agli esperti farlo, tocca ai responsabili politici ed amministrativi decidere. Ma è compito nostro dire che cosa è successo, che cosa sta succedendo e che cosa può ancora succedere; e spiegare quello che possiamo – o dobbiamo – fare, nel rispetto delle ordinanze e del buon senso.
Il virus passerà. Urbino e il suo giornale resteranno. Più forti e più uniti di prima.
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Urbino mai così vicina al Sole
L’Università di Urbino contribuisce ad arricchire la conoscenza del Sole: a bordo di Solar Orbiter, la sonda che dal 10 febbraio viaggia verso la nostra stella, per andare ad osservarla ‘da vicino’ – tutto è relativo: 42 milioni di chilometri, quasi 150 volte la distanza tra la Terra e la Luna -, c’è, pronto ad entrare in azione, uno strumento, il Metis, un coronografo, cui hanno lavorato con altri una docente di Fisica e un tecnico-informatico dell’Ateneo Carlo Bo, Catia Grimani e Michele Fabi.
Un’ulteriore testimonianza delle eccellenze di cui la nostra Università è capace, dopo la rilevazione delle onde gravitazionali nel 2016 e in attesa di altri risultati, dalle nano e microplastiche alla lotta contro le fake news, un campo d’interesse precipuo di questo giornale e della Scuola di giornalismo. Di che rendere giustamente “orgoglioso” il Rettore, Vilberto Stocchi, che non cela la soddisfazione.
‘Piccolo’ come Urbino, e la sua Università, è spesso bello, ma è pure spesso sinonimo di ‘modesto’, nelle capacità e nei risultati; e, invece, può essere ‘grande’ di valore, se le risorse disponibili, umane e materiali – strumentazioni e finanziamenti – sono eccellenti, ancorché limitate, e ben gestite e valorizzate.
Senza sognare la Luna, si può arrivare al Sole; a almeno ad appena 42 milioni di chilometri dal Sole per carpirgliene informazioni da decifrare, poi, qui da noi, nella rinascimentale Urbino, città votata alla cultura e alla conoscenza.