Considerano Trump “un terremoto”, che sconquassa le fondamenta repubblicane di un’economia liberale sana e ‘sociale’; e sfidano, da posizioni tradizionalmente conservatrici, i ‘fondamentalisti’ del libero mercato, cioè la stretta cerchia dei consiglieri economici del magnate presidente. Sono intellettuali ed economisti di ‘American Compass’, il gruppo che Oren Cass, il direttore esecutivo, ha creato “per restaurare un’ortodossia economica che esalti il ruolo della famiglia, della comunità e dell’industria per la libertà e la prosperità dell’Unione”: non un messaggio di sinistra, e tanto meno un messaggio rivoluzionario, ma, piuttosto, un richiamo ai valori repubblicani prima che il partito subisse l’Opa trumpiana e vi si adeguasse.
Intorno al gruppo, gravitano almeno due senatori repubblicani di belle speranze e grosse ambizioni: Marco Rubio, della Florida, 48 anni, già antagonista di Trump nelle primarie 2016, e Josh Hawley, del Missouri, 40 anni.
Laureato in economia politica e poi in legge alla Harvard Law School, Cass era direttore economico della campagna presidenziale di Mitt Romney nel 2012. Romney è il punto di riferimento di quanti, fra i repubblicani, restano critici nei confronti del presidente: il 5 febbraio, è stato l’unico senatore repubblicano a votare per il suo impeachment.
Dal 2015 fino a tutto l’anno scorso, Cass ha fatto ricerca e analisi al Manhattan Institute, studiando come rafforzare il mercato del lavoro e temi quali la sicurezza sociale e le regole ambientali e ancora il commercio, l’immigrazione, l’istruzione.
Opinionista e autore di libri e di studi, Cass ha lasciato il suo lavoro per fondare il nuovo gruppo ‘American Compass’ che ha l’ambizione di riorientare la destra Usa, richiamandosi ai suoi valori tradizionali e positivi. E ha svelato i suoi progetti al Washington Post, in un’intervista esclusiva.
A dargli una mano c’è il capo di gabinetto di Rubio, Mike Needham, giornalisti, accademici, tutti con solide referenze nella tradizionale destra americana, moderata e rispettabile. Il responsabile delle ricerche è Wells King, che fino a poco fa lavorava con il senatore Mike Lee, dello Utah, come Romney, alla Commissione economica.
Difficile che ‘American Compass’ possa giocare un ruolo nella campagna elettorale di Usa 2020, anche se Cass e i suoi collaboratori faranno senz’altro sentire la loro voce: il gruppo è appena nato e deve ancora acquisire autorevolezza e influenza. L’obiettivo è di contrastare la deriva ultra-liberista dell’Amministrazione Trump e, nel contempo, la sua tendenza a negare alcuni tradizionali capisaldi dell’economia repubblicana, come la libertà degli scambi, ricorrendo a pratiche ‘protezionistiche’ tendenzialmente più appannaggio dei democratici, oltre che usando le sanzioni economiche come strumento principe di politica estera.
E infatti l’obiettivo a lungo termine è riflettere a quella che sarà “la destra del centro” dopo Trump: una “destra del centro” un po’ mitizzata, perché, in fondo, nessun presidente repubblicano, almeno dagli Anni Sessanta in poi, l’ha rappresentata, con le eccezioni di Gerald Ford – insignificante e fortuita – e di George Bush padre.
Nell’intervista al WP, Cass spiega che i conservatori hanno abdicato al loro ruolo, ‘appaltando’ l’economia politica a ‘fondamentalisti’ più libertari che liberali, che considerano il libero mercato come un fine in sé, invece che come uno strumento per migliorare la qualità della vita e rafforzare le famiglie e le comunità.
Lo sguardo va già oltre un secondo mandato di Donald Trump, che appare quasi inevitabile, pur se non auspicabile, nell’attuale contesto populista americano. Passato il terremoto, bisognerà ricostruire, perché “un terremoto distrugge, ma lascia lì le macerie”. Cass si propone come architetto dell’economia dopo il sisma.