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Usa: impeachment, Bolton racconta in bozza la sua verità

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 28/01/2020 e per https://www.giampierogramaglia.eu/gpnewsusa2020/

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Visto che non lo fanno parlare, John Bolton scrive e mette nero su bianco, in un libro, che non è ancora stato pubblicato ed è in bozza, quel che potrebbe raccontare se chiamato a testimoniare nel processo sull’impeachment del presidente Donald Trump, L’ex consigliere per la sicurezza nazionale afferma che Trump gli disse di volere tenere fermi gli aiuti militari all’Ucraina – 391 miliardi di dollari già stanziati dal Congresso – fino a che Kiev non avesse consentito a indagare sui Biden e sui suoi rivali democratici Usa.

E’ il New York Times ad anticipare dei passaggi della bozza del libro di Bolton, il terzo consigliere per la sicurezza nazionale silurato dal presidente in poco più di 30 mesi alla Casa Bianca. La bozza del volume, come accade di norma per le pubblicazioni di consiglieri o ex consiglieri del presidente, è al vaglio della Casa Bianca, che potrebbe ordinare di cancellare passaggi non graditi. E i legali dell’ambasciatore, che fu anche rappresentante degli Usa all’Onu, accusano proprio la Casa Bianca d’avere orchestrato la fuga d’anticipazioni.

Nelle conversazioni con Bolton, così come vengono riferite, Trump appare mischiare, come spesso fa, un’inchiesta per corruzione su Joe Biden, suo potenziale rivale democratico nelle presidenziali del 3 novembre, e il figlio Hunter, socio di un’impresa energetica ucraina, e l’indagine, rivelatasi una bolla di sapone, sul complotto che i democratici gli avrebbero ordito contro con il Russiagate.

Insieme a Bolton, anche il Dipartimento di Stato e il Pentagono esercitarono pressioni su Trump perché sbloccasse gli aiuti all’Ucraina. Ma il presidente le ignorò, sempre citando le ragioni che aveva per dolersi dell’atteggiamento dell’Ucraina, tutte di carattere personale.

Bolton è uno dei testimoni che i democratici vorrebbero ascoltare nel processo per impeachment. L’ex consigliere per la sicurezza nazionale ha più volte detto di essere pronto a deporre se ingiunto a farlo. La Camera, durante la fase istruttoria, non lo chiamò a testimoniare perché l’opposizione della Casa Bianca avrebbe innescato una controversia giudiziaria che si sarebbe trascinata a lungo.

Le affermazioni di Bolton nella bozza del libro suonano conferma di quel ‘quid pro quo’ finora mai ammesso dal presidente, nonostante l’abbiano confermato suoi collaboratori: il capo ad interim dello staff della Casa Bianca Mick Mulvaney e il rappresentante Usa presso l’Ue Gordon Sondland. In decine di pagine – scrive il NYT -, Bolton ricostruisce il Kievgate nei mesi che hanno preceduto la sua uscita dall’Amministrazione, ai primi di settembre del 2019, cioè dopo la telefonata galeotta tra Trump e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, ma quando il caso non era ancora esploso.

L’ex consigliere per la Sicurezza nazionale racconta, inoltre, che il segretario di Stato Mike Pompeo riconobbe, in primavera, che le accuse mosse da Rudolph Giuliani all’ambasciatrice Usa a Kiev Marie Yovanovitch erano senza fondamento. Eppure, la diplomatica fu silurata. Bolton sostiene d’avere avvertito lo staff legale della Casa Bianca che Giuliani, l’avvocato personale del presidente, stava sfruttando la sua posizione per aiutare altri suoi clienti privati, almeno due dei quali sono poi stati arrestati.

E l’ambasciatore riferisce di aver espresso al segretario alla Giustizia William Barr le sue riserve per il ruolo di Giuliani nel perseguire una politica estera ombra verso l’Ucraina. E scrive di avere pure informato Barr che Trump lo aveva menzionato nella telefonata con Zelensky all’origine dell’impeachment – una circostanza che il Dipartimento della Giustizia nega -.

Le indiscrezioni sui contenuti del libro di Bolton innescano le reazioni di Trump: “Non gli ho mai detto che gli aiuti all’Ucraina erano legati alle indagini sui democratici, compresi i Biden. E non s’è mai lamentato di questo quando ha concluso il suoi incarico. Se John Bolton ha detto questo, è solo per vendere il suo libro”.

Il presidente sostiene di non avere visto le bozze del volume: è credibile, perché Trump non ama leggere libri e documenti – se ne fa sempre sintetizzare i contenuti -.

“Le trascrizioni delle mie telefonate con il presidente Zelensky rappresentano tutte le prove che sono necessarie”, afferma ancora il presidente. “Ho incontrato il presidente Zelensky all’Onu, concedendo gli aiuti militari all’Ucraina senza alcuna condizione o indagine … Ho anche consentito all’Ucraina d’acquistare missili anti-tank Javelin… “, ricorda.

Fin qui nel merito. Quanto alla procedura, Trump sostiene che toccava ai democratici che sono maggioranza alla Camera chiamare a testimoniare Bolton: “Spettava a loro, non al Senato!”.

Le anticipazioni sui contenuti del libro di Bolton hanno comunque agitato le acque del processo: la giornata di ieri è stata la seconda della difesa, che concluderà oggi gli interventi. Deve ancora parlare Alan Dershowitz, l’avvocato che riuscì a far assolvere, instillando il dubbio di un pregiudizio razziale, O.J.Simpson dall’accusa di duplice omicidio, pur essendo l’ex campione di football colpevole.

Il senatore repubblicano Mitt Romney afferma che “è sempre più probabile” che almeno quattro senatori repubblicani sostengano la richiesta di sentire come testimone l’ambasciatore Bolton: quanti ne servono perché la mozione, che verrà messa ai voti nel fine settimana, sia approvata. Susan Collins, repubblicana moderata, scrive su Twitter: “Le notizie sul libro di Bolton rafforzano l’argomentazione per nuovi testimoni e alimentano conversazioni fra i miei colleghi”, in particolare  Romney, Lisa Murkowski e Cory Gardner e Patrick Toomey. Un alleato di Trump, Lindsey Graham, si dice favorevole ad acquisire la bozza del libro di Bolton.

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Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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