Non solo diplomatici, militari, agenti segreti. Il cammino verso l’impeachment del presidente Donald Trump è anche segnato da avvocati: quelli che dovrebbero tutelarlo e che, invece, lo cacciano in un mare di guai, come Rudy Giuliani, che una ne fa e dieci ne sbaglia; e quelli che ora devono vuotare il sacco davanti alla commissione Intelligence della Camera, che istruisce la pratica. Un giudice federale del District of Columbia ha sancito che l’ex consigliere legale della Casa Bianca Donald McGahn dovrà testimoniare in Congresso.
Il giudice ha accolto una richiesta venuta dai democratici, che vogliono sentire McGahn sugli sforzi di Trump di ostacolare le indagini sul Russiagate condotte dal procuratore speciale Robert Mueller. A maggio, Gahn non aveva risposto a un’analoga convocazione della Camera (ma non c’era ancora stato il pronunciamento d’un giudice).
Il verdetto del giudice per McGahn può essere un segnale anche per John Bolton, l’ex consigliere per la Sicurezza nazionale, che dice di avere cose da dire, ma intende dirle solo se un giudice lo autorizza a farlo.
Per McGahn, il Dipartimento della Giustizia ricorrerà probabilmente in appello. L’Amministrazione sostiene che i consiglieri del presidente non possono parlare di questioni relative al loro incarico (e possono quindi rifiutarsi di testimoniare davanti al Congresso). Per il giudice, invece, “i presidenti non sono dei sovrani e non hanno il potere di ostacolare la testimonianza dei propri consiglieri”: “infondate e non sostenibili” appaiono, quindi, le motivazioni della Casa Bianca.
In tutto ‘sto bailamme, Trump se ne esce con un tweet in cui dice che vorrebbe che Pence, Pompeo, Mulvaney, tutti testimoniassero.
Donald Francis McGahn, 51 anni, cattolico, fece parte nel team legale di Trump dall’insediamento al 17 ottobre 2018, quando si dimise. Il suo ruolo nell’assistere il presidente sul Russiagate è stato difficile, perché Trump non è sempre docile ai consigli legali. Fra frizioni con il presidente, cui doveva talora spiegare che non poteva fare quello che voleva, e imbarazzi con Mueller, di cui è stato il principale referente, McGahn, alla fine, lasciò.