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Poche ore prima della scadenza dei termini, Michael Bloomberg ha presentato la sua candidatura alle primarie democratiche per la Casa Bianca in Alabama. Il magnate dell’informazione, 77 anni, sindaco di New York per tre mandati, non ha ancora annunciato di volere correre, dopo avere detto a marzo che non l’avrebbe fatto, ma s’è così lasciata aperta la porta per farlo.
L’annuncio della sua possibile candidatura è stato accolto con qualche ironia dai suoi avversari Bernie Sanders ed Elizabeth Warren. L’ex vicepresidente Usa Joe Biden l’ha invece commentata così: “Michael è una persona onesta, solida, vediamo dove va, non ho alcun problema con il fatto che entri in gara”, ha detto in New Hampshire, dove sta facendo campagna, ricordando che Bloomberg “ha messo un sacco di soldi per cause cui tengo molto”.
L’azienda del magnate ha intanto tranquillizzato i dipendenti, allarmati dalla possibile candidatura. Una mail inviata a tutto il personale recita: “L’attività è andata avanti” durante i 12 anni da sindaco di New York. “Se Mike deciderà d’allontanarsi, abbiamo un management ben preparato a continuare a gestire le attività quotidiane”.
Il breve messaggio non affronta, nota il Financial Times, il tema del futuro della Bloomberg. Intervistato da una radio dello Iowa in dicembre, il magnate aveva detto che se si fosse candidato alla presidenza avrebbe optato per un ‘blind trust’ o avrebbe eventualmente venduto: “Alla mia età, se è possibile vendere potrei farlo. A un certo punto si muore …, quindi è meglio farlo prima”.
La lista dei potenziali acquirenti della Bloomberg è limitata, considerate le dimensioni della società. Nel 2003, Bloomberg riacquistò da Merrill Lynch il 20% della società per 4,5 miliardi di dollari, con una valutazione dell’azienda di circa 22,5 miliardi di dollari. Da allora i ricavi della Bloomberg sono saliti da 6,1 a 10 miliardi di dollari, il che implica una valutazione non lontana dai 40 miliardi di dollari.
Impeachment: Bolton ne sa un sacco, Giuliani ci provò anche con Poroshenko
Fronte impeachment, l’inchiesta della Camera non avanza nel fine settimana. Charles Cooper, legale dell’ex consigliere per la Sicurezza nazionale John Bolton, in una lettera alla Camera riconosce che il diplomatico è a conoscenza di “molti incontri e conversazioni importanti” per l’indagine, che “non sono ancora stati discussi nelle testimonianze”. Cooper, però, ribadisce il desiderio che debba essere una corte federale a decidere se Bolton debba o meno rispettare la convocazione al Congresso.
Secondo fonti del Wall Street Journal, i due partner e clienti di Rudy Giuliani arrestati ad ottobre, Lev Parnas e Igor Fruman, cercarono di convincere nel febbraio scorso l’allora presidente ucraino Petro Poroshenko ad annunciare l’apertura di un’indagine sui Biden in cambio di una visita di Stato a Washington.
Preceduto da contatti preliminari, l’incontro con Poroshenko avvenne a Kiev nell’ufficio dell’allora procuratore generale Iuri Lutsenko. Il presidente, però, non fece nulla e, dopo le elezioni di aprile, cominciò il pressing sul suo successore e attuale presidente Volodymyr Zelensky.
L’articolo Usa 2020: – 260, Bloomberg deposita documenti, Bolton si fa pregare proviene da GP News Usa 2020 – a cura di Giampiero Gramaglia.
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