Da vivo, molti ‘ricchi e potenti’ del cosiddetto ‘bel mondo’ temevano di trovarsi dentro l’inchiesta sui suoi traffici. Da morto, nessuno di quelli con la coda di paglia sta tranquillo: Jeffrey Epstein, il finanziare miliardario, morto suicida sabato in un carcere di Manhattan, dove attendeva il processo per reati come abuso di minori e induzione alla prostituzione, continua a essere la storia del giorno nell’Unione.
Non solo perché il ministro della Giustizia William Barr s’impegna a perseguire tutti i complici. Ma soprattutto perché rischia d’innescarsi un gioco al massacro d’accuse e sospetti: Donald Trump, che un tempo ostentava l’amicizia con Epstein e l’aveva ospite a Mar-a-Lago, mette in mezzo i Clinton, che ribattono, ma che non possono negare i rapporti col finanziere puttaniere. Sulla verosimiglianza, delle voci, in questa fase, non si va tanto per il sottile: Alec Baldwin chiama ironicamente in causa, in un tweet, i russi, “Lo hanno ucciso loro. Ormai, tutto è sempre colpa loro”.
Di sicuro, ci sono in corso tre inchieste: l’Fbi, l’Amministrazione carceraria e il Dipartimento della Giustizia. C’è da capire come mai Epstein, che aveva già tentato il suicidio a luglio, non fosse sotto stretta sorveglianza nel Metropolitan Correctional Center, la prigione federale di Lower Manhattan dov’era rinchiuso. Da due settimane, si è appreso, non era più sulla lista dei potenziali suicidi, ma doveva condividere la cella con un altro detenuto e una guardia doveva controllarne le condizioni ogni mezz’ora: non è successa né l’una cosa né l’altra.
Nelle indagini sul giro di minorenni e prostitute che Epstein alimentava con la sua voracità sessuale, gli inquirenti seguono due filoni: la pista dei complici – siamo allo ‘cherchez la femme’, perché l’ex fidanzata e compagna di turpitudini del finanziere Ghislaine Maxwell risulta irreperibile -; e quella dei soldi. Oltre che a Londra, dove la Maxwell ha casa e potrebbe trovarsi, s’indaga pure in Francia, su richiesta della responsabile della parità di genere Marlène Schiappa, perché sarebbero emersi legami tra Epstein e in particolare Parigi, dove si recava spesso e dove aveva un alloggio nei pressi dell’Arco di Trionfo.
Saranno sentite le persone che le accusatrici di Epstein, in particolare Virginia Roberts Giuffre, coinvolgono nello sfruttamento di decine di minorenni che andava avanti dal almeno due decenni. E, intanto, si scandaglia nei conti del finanziere e anche del fratello socio Mark, le cui dichiarazioni dei redditi paiono sospette. S’ipotizza che i due abbiano portato all’estero parte delle loro ricchezze: decine di milioni di dollari sarebbero transitati sui conti di compagnie e fondazioni con sedi estere, in modo non sempre chiaro. Il patrimonio di Jeffrey è stimato a 550/600 milioni di dollari: ad esso puntano le vittime che avvieranno cause di risarcimento civili.
Resta poi da capire come Epstein abbia potuto coltivare un gran numero d’amici d’alto bordo, nonostante uno stile di vita lubrico. Ghislaine, una ‘socialite’ con accesso al ‘jet set’, gli avrebbe aperto molte porte: personalità della politica, dello spettacolo, della cultura. Figlia di un politico ed editore britannico, amica di potenti, la Maxwell frequentò negli Anni 90 John Kennedy junior, conobbe Jeffrey nel 1992, finanziò nel 2007 la campagna per la nomination di Hillary e nel 2010 era tra gli invitati al matrimonio di Chelsea; in una foto lei ed Epstein sono con Donald Trump e l’allora fidanzata Melania. Fu Ghislaine a presentare a Jeffrey Bill Clinton e il principe Andrea d’Inghilterra, figlio della regina Elisabetta.
Nata a Parigi, laureata ad Oxford, Ghislaine, 57 anni, è sempre stata di casa a Londra, anche dopo che la lasciò per New York. La storia d’amore con Jeffrey durò pochi anni, ma il sodalizio rimase e divenne sempre più stretto. Lei era ovunque: a sfilate di moda, eventi di beneficenza, feste; al party di Vanity Fair agli Oscar si fece fotografare con Elon Musk.
Cominciò a tenersi in disparte dopo essere stata tirata in ballo per la prima volta da una delle vittime di Epstein, che raccontò come la Maxwell non disprezzasse di partecipare a orge ed abusi, oltre che avere un ruolo di regia. Nel 2016, vendette per 15 milioni la lussuosa townhouse di Manhattan. Ora, forse, ha paura: sa di sapere molte cose scomode; e sa che potrebbe essere accusata e arrestata.