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Usa: Trump, quando la sostanza è peggio della forma

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 06/06/2019

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Caro Fatto, non amo particolarmente Donald Trump, e non è un eufemismo, ma certi atteggiamenti, o meglio attacchi, me lo rendono simpatico. Perché puntargli il dito contra se ‘osa’ stringere la mano alla Regina d’Inghilterra o se nella cena ufficiale chiede una Coca Cola? Di grave, in lui, c’è ben altro, per me sarebbe meglio non perdere tempo, e derubricare al semplice folklore, Maria Simonetti

Gentile Lettrice, Cara Maria, sono totalmente d’accordo con lei. Sottolineando i comportamenti da buzzurro e le gaffes del magnate presidente, finiamo col fargli un favore: un po’ perché lo facciamo apparire un perseguitato del Galateo agli occhi dei suoi elettori che, ‘rednecks’ o suprematisti che siano – e spesso le cose si sovrappongono -, di sicuro non sanno quali siano le buone maniere e neppure gliene importa molto. Lo stesso vale – ma il discorso è più scivoloso, me ne rendo conto – per gli atteggiamenti e le sortite sessiste dello showman presidente.

Anche se, ammettiamolo!, è spesso difficile ‘passare oltre’ i modi e le rozzezze di Donald Trump, pare che ce la prendiamo con lui per come è, non per quel che fa.

E, invece, la sostanza è, se possibile, ancora peggio della forma: presupponenza, sicumera, tronfiaggine, scarsa considerazione per le ragioni altrui. Il che si traduce in sanzioni, dazi, ingerenza dove nessuno gliela chiede – Venezuela o Brexit – e disinteresse dove gli alleati lo vorrebbero impegnato; cattive compagnie dall’America latina – Jair Bolsonaro – al Golfo – MbS e i principi suoi sauditi -; abbandono degli accordi buoni – di disarmo e commerciali, per non parlare del Patto di Parigi sul clima – e tentativi di smantellare qualsiasi ordine multilaterale, dall’Onu al G7, promuovendo una rete di relazioni bilaterali dove gli Stati Uniti hanno automaticamente la meglio, Cina e forse Russia e magari Ue se fosse coesa escluse.

Il Trump dei fatti è peggio del Trump dei modi. E di sicuro è meno empatico, perché qualcuno può scambiare la rozzezza per schiettezza, ma nessuno è pronto a sacrificare al velleitarismo trumpiano la propria sicurezza e il proprio benessere e il futuro del Pianeta. Nessuno? Lei, Maria, di sicuro no.

gp
gphttps://www.giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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