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Usa: Russiagate; Mueller, “non ho assolto Trump”

Scritto per Il Fatto Quotidiano del 30/06/2019

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“Se fossimo stati convinti che il presidente non ha commesso alcun crimine, lo avremmo detto … Ma non siamo stati in grado di formulare questa conclusione”: Robert Mueller, procuratore speciale del Russiagate, rompe il silenzio per la prima volta in quasi due anni di lavoro, durante i quali ha sempre tenuto un profilo così basso da risultare “quasi invisibile” – la definizione è del NYT -. E nell’annunciare che, da parte sua, non ci saranno ulteriori dichiarazioni, scandisce: “Il rapporto non conclude che il presidente ha commesso un reato, ma non lo esonera nemmeno” dall’accusa di ostruzione alla giustizia.

Leggendo per circa 10 minuti un testo preparato soppesando ogni parola, Mueller, che ha indagato sull’intreccio di contatti nel 2016 tra la campagna dell’allora candidato repubblicano Donald Trump e agenti del Cremlino, sottolinea che la prassi del Dipartimento della Giustizia esclude di mettere sotto accusa un presidente in carica, ma rileva che la Costituzione prevede un’altra via per giudicare un presidente: un riferimento alla possibilità che il Congresso ha di mettere sotto impeachment Trump.

Ipotesi già evocata, ma finora non percorsa. Le parole del procuratore vengono però colte al balzo da Jerrold Nadler, presidente della Commissione Giustizia della Camera: “Spetta al Congresso perseguire i crimini, le bugie e gli altri illeciti del presidente Trump, dato che la giustizia non poteva farlo”.

Muller è riluttante a presentarsi a testimoniare di fronte al Congresso, perché – dice – “il rapporto è la mia testimonianza” – gran parte del documento di 448 pagine è stata resa pubblica -. Ma deputati e senatori hanno già fatto sapere di volere sentirlo. Il procuratore, che ha pure annunciato “il ritorno a vita privata”, insiste che la Russia ha “lanciato un attacco coordinato contro il nostro sistema politico”, nel tentativo “di interferire” con le elezioni presidenziali e di “danneggiare un candidato alla presidenza”, cioè Hillary Clinton, e avverte che “ciò merita l’attenzione di tutti gli americani”.

La Casa Bianca era stata pre-allertata delle intenzioni di Mueller, come il segretario alla Giustizia William Barr, in Alaska per un incontro su problemi locali.

Da quando è stato consegnato al Dipartimento della Giustizia a fine marzo, il rapporto Mueller è oggetto d’interpretazioni divergenti da parte dell’Amministrazione e dell’opposizione, che contesta l’interpretazione ‘assolutoria’ dell’operato del presidente all’epoca dei fatti candidato: nella lettura di Barr, il rapporto assolve il presidente dall’accusa di ostruzione della giustizia, mentre, in realtà, mette in evidenza 11 circostanze in cui gli inquirenti pongono la domanda se vi sia stata ostruzione della giustizia.

gp
gphttps://giampierogramaglia.eu
Giampiero Gramaglia, nato a Saluzzo (Cn) nel 1950, è un noto giornalista italiano. Svolge questa professione dal 1972, ha lavorato all'ANSA per ben trent'anni e attualmente continua a scrivere articoli per diverse testate giornalistiche. Puoi rimanere connesso con Giampiero Gramaglia su Twitter

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