Il clima concitato dei giorni precedenti le elezioni europee, fra proteste, manifestazioni, scontri in piazza e sui social, sta facendo risaltare una personalità su tutte: quella del leader della Lega, vide-premier e ministro dell’Interno Matteo Salvini.
L’ascesa verde
La Lega Nord, prima forza minoritaria e regionale, che rivendicava la ‘secessione’ dall’Italia in nome della superiorità economica del Nord, ha cambiato nome, colori e parzialmente anche intenti, parlando alla pancia delle persone amareggiate e deluse dalla politica dei vecchi governi, ed è oggi uno dei primi partiti del Paese, rivendicando la ‘secessione’ dall’Europa in nome delle cattive politiche nei confronti dell’Italia.
Matteo Salvini, definito nell’ormai noto libro-intervista su di lui “l’uomo più desiderato delle donne dello Stivale”, è riuscito a usare magistralmente le armi a sua disposizione: la capacità oratoria, con cui ha attratto le masse e le ha convinte che i reali problemi dell’Italia siano immigrati e europeisti, e i social, che lo acclamano “capitano” o lo additano come fascista. Purché se ne parli, insomma.
Ministro del buon senso, ma anche “ministro della malavita”, in un’espressione di Saviano; le sue politiche anti-migratorie, a tratti islamofobe, e i continui attacchi alla libertà di scelta sul corpo delle donne e sui matrimoni gay hanno scatenato parecchi consensi ma anche fortissime contestazioni non tanto dalla debole opposizione quanto dalle piazze, da personalità di una sinistra che, nell’incertezza di ciò che vuole, sa almeno cosa non vuole.
L’eterna danza Lega-M5S
In questi ultimi giorni molti fatti hanno canalizzato l’attenzione dei media su di lui: il contest “Vinci Salvini”, la rimozione forzata degli striscioni di protesta apparsi sui palazzi italiani, lo sfoggio del rosario durante un comizio, gli attacchi al Papa; ma anche manifestazioni a Bologna, Firenze e Milano, spesso represse dalla polizia.
In questo clima Salvini/non-Salvini, il Movimento 5 Stelle gioca in una posizione defilata e quasi brilla di luce riflessa: a volte compagno della Lega, altre volte suo aspro contestatore. Dopo anni di presenza sulla scena politica questo partito è ancora incapace di trovare una posizione politica certa. Le idee di freschezza e onestà del Movimento hanno conquistato la sinistra delusa dal Pd, ma non sono riuscite a sintetizzare un pensiero unitario e sembrano trovarsi sempre sul filo del rasoio, perdendo sistematicamente voti a favore dei loro co-governanti.
E gli altri partiti?
Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, cerca di sopravvivere nella destra che decide di dare il suo voto a Salvini; il Partito Democratico del neoeletto Nicola Zingaretti è in fase di ricostruzione, a metà fra il mantenimento di una politica ultra-moderata ormai vecchia e la ricerca di nuove conferme da parte di quella sinistra che spera possa tornare a credere in lui. Forza Italia, con Berlusconi che c’è e non c’è, non riesce semplicemente a tenere il passo rispetto al volo dei due partiti maggioritari.
La situazione è in bilico e potrebbe crollare: il clima europeo è rivolto a destra e molti Paesi hanno scelto il sovranismo a sfavore di politiche più inclusive. L’Italia deciderà in parte il destino dell’Europa. La vittoria di una grande fetta sovranista potrebbe davvero segnare un declino irrecuperabile.
RGS Press
Giulia Anzani Ciliberti, Susanna Masci, Rosanna Saccucci